Baranzate, la guerra dell'Imu

Pagano l’Imu “residenziale” per un terreno rimasto agricolo: è rivolta

Alcuni proprietari del terreno si sono ritrovati per discutere le azioni da intraprendere

Alcuni proprietari del terreno si sono ritrovati per discutere le azioni da intraprendere

Baranzate (Milano), 16 giugno 2019 - Tempo di versamenti per l’Imu. In vista di lunedì, ultimo giorno utile per mettersi in regola con la tassa comunale, a Baranzate scatta la “rivolta” dei proprietari dell’At2. Area di 124.000 mq tra le vie Merano e Manzoni, frazionata in tanti piccoli lotti, dove dopo la trasformazione da area agricola a edificabile era previsto un nuovo quartiere, ma il progetto è rimasto sulla carta. Qualcuno dei proprietari (più di 100) pagherà, qualcuno no «per protesta». Finora i hanno sborsato più di 800 mila euro nelle casse comunali «per nulla». Al piano edificatorio varato nel 2015 dalla vecchia amministrazione Corbari, nel 2016 ha messo il freno la Giunta Elia. Conseguenze? Per i proprietari - fra loro i figli delle vecchie famiglie di agricoltori, pensionati, piccoli risparmiatori, la parrocchia - significa dover pagare ogni anno più di 100mila euro fra Imu e Tasi per un terreno edificabile che di fatto edificabile non è. Per risolvere la questione chiedono al municipio «di avere la forza, l’onestà, la correttezza di dichiarare i piani». La battaglia legale intrapresa dalle parti ha lasciato aperte le questioni. «Ora, se questa Amministrazione non ha la visione, non ha l’intenzione o forse non ha le capacità di attuare un progetto serio deve dirlo, al più presto - dice Carmelo Verna, fra gli interessati -. Non è più possibile continuare a svenare i proprietari di quei terreni, alcuni dei quali non sono neppure più in grado di contribuire, lasciando bloccata una iniziativa importante di sviluppo per la città». Il vecchio piano 

IL vecchio  piano d’intervento valutato «economicamente insostenibile» non è stato migliorato nel tempo. «Non vogliamo i grattacieli, chiediamo una prospettiva. Si torni ad area agricola o si facciano le correzioni del caso», aggiunge Verna. «Un furto legalizzato - la chiosa dei rappresentanti della famiglia Lattuada Ponti, proprietari della fetta più grande dell’At2, che fino a oggi hanno sborsato più di 340 mila euro in tributi e tasse di successione - Il vicesindaco pubblicamente dice che riporterà l’area a una destinazione agricola? Ci renda noto come, si confronti con noi sui soldi che abbiamo versato inutilmente».

Il progetto di interesse pubblico, per le ricadute che porteranno le concessioni edificatorie, andrà in qualche modo attuato. Fuggiti gli investitori dopo anni di attesa a vuoto, potrebbe toccare all’amministrazione comunale dar vita al nuovo quartiere. Fra i proprietari qualcuno pensa di chiedere i danni, qualche altro di posizionare il cartello di vendita sui piccoli fazzoletti di terra che sanno nessuno comprerà. Una provocazione e insieme una speranza di liberarsi del problema, a spingerli una nuova preoccupazione: da tempo in paese gira la voce, tutta da verificare, «che i rom se scacciati dal campo nomadi di via Monte Bisbino ai bordi di Baranzate si riverseranno tutti qui».