Cornaredo (Rho), 24 febbraio 2014 - «Prendiamo le distanze da questi tifosi. È fuori da ogni logica pensare di andare alle partite con manganelli, spranghe di ferro o coltelli. Lo sport è altro. Lo sport, per quanto ci riguarda, non è violenza». Il commento è di Luca Cogliati, presidente della squadra di calcio a cinque dell’Asd Real Cornaredo. La notizia che otto ultras sono stati fermati, con un arsenale «anti avversario» e denunciati, fa discutere dentro e fuori gli spogliatoi.

«Sabato sera dovevamo giocare in casa, ma il palazzetto di Cornaredo era occupato da un’altra manifestazione sportiva, così siamo scesi in campo a Rogeno, in provincia di Lecco - racconta il presidente -. La partita si è disputata senza problemi tra tifosi, come accade sempre. Non sapevo che un gruppo di ultras fosse stato fermato dai carabinieri. L’ho appreso domenica pomeriggio. Al momento non sono in grado di dire se i ragazzi denunciati sono quelli che solitamente vengono a vedere le nostre partite anche in trasferta. In effetti, sabato sera non c’erano».

Una cosa è certa, quando i carabinieri di Costamasnaga, hanno notato a Garbagnate Monastero le tre macchine dei tifosi ferme in un parcheggio di via Europa, non pensavano di trovare un arsenale nei loro bagagliai. E invece erano armati fino ai denti. Avevano tirapugni, spranghe, coltelli, bastoni, manganelli e fumogeni, accanto alla bandiera con la scritta «Zero in condotta», motto del gruppo.

Probabilmente stavano andando al palazzetto per vedere la partita del campionato di serie B e si erano dati appuntamento in quel parcheggio. Ma sono stati fermati e denunciati. Si tratta di sei ragazzi del milanese e due del lecchese, C. M., 21 anni, di Bareggio, C.M., 21 anni, di Cornaredo, T. A., 31 anni, di Cornaredo, F.A., 20 anni, di Molteno, S.I., 22 anni, di Barzago, B. S., 21 anni, di Cornaredo, M. S., 20 anni, di Milano e M. D., 21 anni, residente a Cornaredo, tutti incensurati. Gli otto giovani sono stati portati in caserma e dopo gli accertamenti di rito sono stati denunciati per porto abusivo di strumenti atti ad offendere. Nei prossimi giorni saranno portati a termine altri accertamenti per verificare se il gruppetto appartiene a qualche tifoseria organizzata.«Durante le nostre partite non ci sono mai stati problemi di ordine pubblico, tanto meno fra spalti avversari, spero fossero in giro a fare gli sbruffoni e che non volessero davvero venire al palazzetto in quelle condizioni», conclude Cogliati.

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