Seregno, 30 Maggio 2013 - Scarcerazione per assenza delle esigenze cautelari. Con questa motivazione ha presentato ricorso al Tribunale del riesame di Milano l'avvocato Roberta Minotti, difensore di Sossio Moccia, il brigadiere dei carabinieri di 53 anni arrestato per corruzione, rivelazione di segreti d'ufficio, istigazione a delinquere e favoreggiamento personale.

Secondo la difesa il brigadiere è da almeno un anno fuori dal servizio nell'Arma per malattia quindi contro di lui non possono sussistere i pericoli di reiterazione dei reati e di inquinamento delle prove e il pericolo di fuga. La data dell'udienza di discussione del ricorso non è stata ancora fissata.

E' stato invece fissato al 10 giugno l'interrogatorio di Moccia con il pm Donata Costa, chiesto dallo stesso indagato per chiarire la sua posizione. Sossio Moccia è accusato di corruzione per avere ottenuto denaro (si parla di ripetute consegne di 100-200 euro) dall'ex assessore regionale lombardo Pdl Massimo Ponzoni (imputato anche di questa vicenda nel processo in corso al Tribunale di Monza) per rivelargli nel 2009, quando era in servizio alla Compagnia dei carabinieri di Seregno, notizie riservate sulle indagini in corso sull'ex responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Desio e assessore provinciale monzese Rosario Perri e di avere fatto da informatore anche per Paolo Vivacqua, l'imprenditore siciliano ucciso a colpi di pistola nel novembre 2011 a Desio, che lo aveva incaricato di recuperare alcuni documenti, tra cui la dichiarazione dei redditi dell'ex marito della sua nuova compagna romena per la disputa per il mantenimento del figlio della donna.

Il brigadiere è anche accusato di istigazione a delinquere e favoreggiamento personale per avere detto nel 2011 ad alcuni agenti della polizia stradale di Seregno, arrivati per un sopralluogo presso il demolitore di Desio G.T., di essere un militare in servizio a Desio ed avere chiesto di "chiudere un occhio" sugli accertamenti in quanto il demolitore era "un informatore" nell'inchiesta 'Infinito' sulla 'ndrangheta in Brianza che aveva fornito preziose informazioni "sulla famiglia dei Pio".

Una circostanza che non è risultata corrispondere a verità perchè gli inquirenti hanno accertato che il demolitore non era mai stato un informatore. Ma la polizia stradale di Seregno aveva fatto avere alla Procura di Monza un'annotazione su questo comportamento facendo aumentare le ipotesi di accusa a carico del brigadiere, indagato anche dalla Procura militare per avere lavorato come addetto alla sicurezza nel ristorante 'Eurotaverna' di Desio anche durante un periodo di assenza dal servizio nell'Arma per riposo medico.

di Stefania Totaro