di Stefania Totaro

Monza, 1 aprile 2012 - «Esempio di madre coraggio e testimone per la legalità».Questo il messaggio che da questa mattina a Monza commemora Lea Garofalo, la donna uccisa e sciolta nell’acido a 36 anni nel 2009 perché aveva deciso di collaborare con la giustizia contro la ’ndrangheta (i sei responsabili, tra cui l’ex convivente padre di sua figlia Denise, venerdì sono stati condannati all’ergastolo). Il Comune di Monza ha infatti apposto una targa in sua memoria all’ingresso del cimitero del quartiere di San Fruttuoso, a pochi passi dal luogo dove il cadavere venne sepolto in una buca e cosparso per tre giorni di acido in modo che non restasse di Lea alcuna traccia.

Alla commemorazione hanno partecipato, oltre alle forze dell’ordine, il sindaco di Monza Marco Mariani e l’assessore monzese alle Pari Opportunità Martina Sassoli, che ha raccolto l’appello a ricordare Lea Garofalo apparso su Daw-blog di Diego Destro, presente con lo scrittore Alessandro Amadori, che ha svolto ricerche su questa donna e mamma coraggio e ne ha parlato in un libro. «Volevo che Lea Garofalo venisse ricordata nel luogo dove è successo questo massacro», ha detto Alessandro Amadori.

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