Svizzera, referendum: sì ai matrimoni gay. Iniziativa anche in Italia?

I cittadini elvetici hanno votato a favore dei matrimoni gay. Diversi movimenti pronti a promuovere un identico referendum anche in Italia

Un matrimonio omosessuale (Fotolive)

Un matrimonio omosessuale (Fotolive)

In Svizzera gli omosessuali si potranno sposare. Lo hanno stabilito, con un'ampia maggioranza, i cittadini della confederazione elvetica chiamati a votere per un referendum in materia. E sulla scorta di questo risultato del vicino Paese d'Oltralpe, numerose associazioni per i diritti gay in Italia hanno ribadito la necessità che il Parlamento legiferi in questa direzione impegnandosi, in alternativa, per un'iniziativa di carattere popolare che porti a un Referendum anche in Italia.

Il risultato del referendum

Dopo una lunga battaglia, in Svizzera le coppie gay potranno unirsi in matrimonio. E' stata infatti approvata l'iniziativa il Matrimonio per tutti con il 64,10% dei "sì" contro il 35,9% di "no". La partecipazione si è attestata al 51,92%, con un'affluenza elevata in particolare nelle città. 

Il risultato delle urne è stato - come era previsto - piuttosto netto, e il testo è stato approvato in tutti i cantoni, anche quelli storicamente conservatori. A Glarona è stato ad esempio accolto con il 61,12% dei voti, e a Nidvaldo il "sì" ha raggiunto il 61,57%.  In Ticino i favorevoli sono risultati il 52,92%, con una partecipazione del 47,95%, nei Grigioni il 62,75%, con una partecipazione del 47,72%. Il Matrimonio per tutti ha avuto particolarmente successo a Basilea Città con un'approvazione del 73,96%. Il cantone più "timido" è risultato invece Appenzello Interno, con "solo" il 50,82% di "sì".

Le reazioni in Italia

"Oggi in Svizzera i cittadini hanno detto sì al referendum sul matrimonio egualitario per le coppie Lgbt+. Oltre il 60% degli svizzeri ha votato a favore determinando che le coppie LGBT+ da oggi hanno il diritto di sposarsi e di formare una famiglia", dichiara Fabrizio Marrazzo, portavoce Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista, Liberale annunciando: "Uno dei nostri obiettivi, dopo le elezioni che si terranno il 3 e 4 ottobre a Roma, Torino, Napoli, Milano e altri piccoli comuni in cui siamo candidati, sarà quello di lavorare per portare questo referendum anche in Italia fondando il 'Comitato SI al matrimonio LGBT+'".  "Credo che in Italia i cittadini siano più avanti della politica ed il referendum - conclude - sarà il modo per dimostrarlo".

Un referendum anche in Italia?

Dopo questo rusultato numerose associazioni per i diritti Gay avanzano la proposta di un Referendum sui matrimoni delle coppie omosessuali anche in Italia. "La popolazione svizzera ha detto si al matrimonio egualitario con oltre il 64% dei voti. Un successo di civiltà che spinge il Paese elvetico più vicino all'Europa. È incredibile come l'Italia rimanga ultima nell'Europa occidentale a non riconoscere ancora il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il referendum svizzero allarga il già pesante divario che pesa sul nostro Paese, che secondo il report ILGA si trova vicino a Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca e Ungheria in termini di uguaglianza delle persone LGBTI. Il caso della Svizzera dimostra come ormai la maggioranza della popolazione sia favorevole all'equiparazione delle coppie, specie se consideriamo che il sì ha prevalso in tutti e quattro i cantoni, compreso quello italiano. Anche gli ultimi sondaggi in materia danno gli italiani e le italiane favorevoli al matrimonio egualitario (Eurispes 2020, 59,5%). La persone hanno ormai capito, più di una certa politica che vive sull'odio, che l'agenda arcobaleno non toglie diritti ma fa progredire la società sulla strada dell'inclusione. Da oggi diventa ancora più grave essere fermi a discutere di una legge sui crimini d'odio come il ddlzan, poiché norme simili sono state approvate in tutta Europa ben prima del riconoscimento delle coppie. Auspichiamo che il dibattito riprenda al più presto e ci venga risparmiato l'estenuante teatrino delle mediazioni al ribasso rispetto al testo uscito alla Camera". Franco Grillini, presidente Gaynet, lo dice in una nota.