L'inferno di Mothyzhyn: ha un nome chi uccise la sindaca e torturò molti civili

La Procura di Kiev individua i responsabili; tra loro anche mercenari della brigata neonazista Wagner utilizzata da Putin per le scorrerie. Testimonianze agghiaccianti

Dmitry Utkin, leader delle brigate neonaziste Wagner, a fianco di Putin (Twitter)

Dmitry Utkin, leader delle brigate neonaziste Wagner, a fianco di Putin (Twitter)

Kiev - La Procura di Kiev ha individuato i responsabili dell’omicidio della sindaca del villaggio di Motyzhyn, Olga Sukhenko, rapita il 23 marzo durante l’occupazione russa insieme al marito e al figlio e poi, dopo la liberazione del villaggio, ritrovata morta insieme ai due in una fossa comune. Secondo gli inquirenti, i responsabili sono cinque militari russi e tre mercenari del gruppo neonazista Wagner, utilizzato dai russi, a cui vengono ricondotti 14 episodi con vittime civili: torture, rapine, omicidi e incendi delle case. Solo tre delle vittime sono sopravvissute ai maltrattamenti. 

Secondo l’indagine, guidata dall’ufficio del procuratore regionale di Kiev e dell’ufficio del procuratore distrettuale di Kyiv-Sviatoshynskyi, nel marzo 2022 gli otto sospettati sono andati nella casa della sindaca di Motyzhyn e hanno prelevato la donna, di 50 anni, suo marito di 55 e il loro figlio 25enne. I tre, poi, all’interno della base militare temporanea dell’esercito russo sono stati torturati, “nel tentativo - sottolinea la Procura nell’informativa pubblicata su Telegram - di ottenere informazioni sulle forze armate e sulla difesa. Davanti alla madre, il figlio è stato colpito a una gamba e poi alla testa. Stesso trattamento ricevuto dal marito. L’intera famiglia è infine stata uccisa con diversi colpi di arma da fuoco”. 

Non solo le uniche vittime civili a Motyzhyn, dove una donna - secondo gli inquirenti - “è stata ferita a morte dai sospettati solo perché vestita con abiti scuri. Suo padre è stato poi fatto prigioniero e tenuto a lungo in una fattoria con gli occhi chiusi e le mani legate senza acqua né cibo”. Tra gli episodi contestati agli otto militari russi, c’è anche la tortura a morte di due membri dell’organizzazione Patriot, i cui corpi sono stati ritrovati con numerose ferite da arma da fuoco penetranti. Per la Procura “gli invasori hanno anche arrestato due volontari che stavano cercando di trasportare aiuti umanitari ai residenti del villaggio occupato di Motyzhyn.

Dopo essere stati interrogati e torturati, i due sono stati portati in un’area boschiva, dove gli è stato ordinato di fuggire, per poi aprire il fuoco alle loro spalle. Uno dei due è stato colpito alla testa, l’altro è rimasto ferito. Gli occupanti si sono appropriati di automobili e aiuti umanitari”. Un’altra delle vittime, trovata con le mani legate a un fuoristrada, sarebbe stata costretta a correre per quasi un chilometro, dopo essere stata trattenuta diversi giorni in una foglia e aver subito interrogatori, minacce di morte e percosse

Le indagini preliminari e il supporto operativo nei procedimenti penali sono svolte dal dipartimento investigativo della direzione principale del servizio di sicurezza dell’Ucraina a Kiev e nella regione.