Gazprom torna a fornire gas all'Italia: perché e cosa cambia ora

L'annuncio del colosso russo dell'energia: riattivati i flussi attraverso l'Austria. Il ruolo di Eni

Il gigante russo Gazprom

Il gigante russo Gazprom

Buone notizie, ammesso che non vengano smentite poi dai fatti, per gli italiani sul fronte delle forniture di gas. Gazprom, il colosso russo dell'energia, manovrato di fatto da Putin, ha comunicato di aver ripreso le forniture di gas all'Italia attraverso l'Austria.  Cosa dobbiamo attenderci ora? Di certo, ogni volta che lo Zar ha chiuso il rubinetto verso l'Europa il prezzo del gas è aumentato con le pesantissime ricadute che tutti conosciamo sulle nostre bollette. Ci si augura ora il percorso inverso. Del resto, il tira e molla, giustificato ogni volta da Mosca con presunti motivi tecnici ed esigenze di manutezione degli impianti, continua da quando è iniziata la guerra con l'Ucraina, generando tensioni sui mercati. L'ultima interruzione attraverso l'Austria è stata sabato scorso ma già prima dell'estate l'Italia e l'Europa hanno visto diminuire e ripartire a fisarmonica il flusso di gas con giustificazioni ogni volta diverse.

Il colosso russo e i motivi tecnici

Nella nota di Gazprom, che annuncia la riattiivazione dei flussi attraverso il gasodotto di Tarvisio, si spiega che è stata "trovata una soluzione con gli acquirenti italiani''. Si fa riferimento agli impedimenti tecnico-burocratici che avevano interrotto sabato scorso l'arrivo del gas russo nel nostro paese, quando si scrive che "l'operatore austriaco ha annunciato la sua disponibilità a confermare le nomine di trasporto di OOO Gazprom Export" . Mossa che "consente di riprendere le forniture di gas russo attraverso l'Austria". Di certo in queste ore Roma, Mosca e Vienna si sono confrontate, attraverso gli operatori di mercato. "Insieme ai buyer italiani - sottolinea Gazprom su Telegram - è stata trovata una soluzione sul formato di interazione nel contesto delle modifiche normative avvenute in Austria a fine settembre". Ma cosa è successo veramente? In sostanza, è stato eseguito un pagamento. Vediamo quando e perché.

Il ruolo di Eni: la cauzione pagata

"La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle  autorità di regolamentazione austriache". Lo comunica Eni. "Le forniture erano state interrotte lo scorso primo ottobre - spiega la società - per la dichiarata impossibilità di trasportare il gas attraverso l'Austria" motivata da Gazprom.  Eni, dando notizia sul proprio sito web, non specifica le iniziative messe in campo, ma in base a quanto sostenuto nei giorni scorsi dall'Ad di Eni, Claudio Descalzi, la società avrebbe pagato un deposito cauzionale di 20 milioni di euro alla società di dispacciamento austriaca per sbloccare l'impasse e consentire a Gazprom di fornire il gas a Eni presso il punto di scambio austriaco previsto dal contratto Eni-Gazprom.

Semplificando, dal primo ottobre scorso, in Austria è entrata in vigore una nuova normativa che prevede che il gas deve essere consegnato dagli operatori internazionali al confine con il Paese, e non trasportato all'interno come avveniva in precedenza, e tra gli adempimenti della nuova regolamentazione vi sarebbe un deposito cauzionale da versare all'operatore austriaco. A quanto risulta, Gazprom non avrebbe adempiuto e la fornitura di gas sarebbe stata bloccata. Dunque, ci ha pensato Eni.