Dieci razzi sull'Iraq, a due giorni dalla visita del Papa

Bergoglio ha confermato la tre giorni nella terra di Abramo, tra ingenti misure di sicurezza: "Il popolo m attende, non voglio deluderlo"

Papa Francesco si appresta a visitare l'Iraq per tre giorni

Papa Francesco si appresta a visitare l'Iraq per tre giorni

Bagdad - A due giorni dalla storica visita di Papa Francesco in Iraq, un nuovo attacco missilistico e’ stato sferrato contro una base militare che ospita truppe americane nel Paese mediorientale, facendo un morto. Il pontefice ha confermato il viaggio da venerdì 5 fino a lunedì 8 marzo, sottolineando che “non si puo’ deludere un popolo una seconda volta” dopo il mancato pellegrinaggio di Papa Wojtyla, all’epoca vietato. Dieci razzi hanno colpito la base militare di Ain al Asad, in Iraq, che ospita truppe americane, della coalizione e dell’esercito iracheno; un contractor civile è morto per infarto. Gia’ il 15 febbraio, una milizia sciita aveva lanciato un attacco missilistico contro una base delle forze internazionali a guida Usa a Erbil, nel Kurdistan iracheno, provocando la morte di un contractor civile e di un contractor straniero. Lo scorso anno la base di Ayn al Asad era finita nel mirino di un attacco con razzi dopo il raid americano in Iraq in cui era stato ucciso il generale Qassem Soleimani, capo della Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione dell’ Iran. 

La vendetta a stelle e strisce

La reazione di Biden a quel primo raid non si era fatta attendere a lungo: le forze americane il 26 febbraio avevano sferrato un attacco aereo contro postazioni di milizie filo-iraniane in Siria, al confine con l’Iraq, facendo un morto e due feriti. Si è trattato del primo attacco dall’insediamento della nuova amministrazione democratica. La regione che il Pontefice si accinge a visitare è dunque a dir poco percorsa da tensioni. Il Papa ha comunque confermato oggi di voler effettuare il suo viaggio in Iraq: il popolo iracheno lo aspetta e non può essere deluso. Lo ha detto lo stesso Bergoglio ricordando il viaggio cancellato, per motivi di sicurezza, da Giovanni Paolo II che proprio nella terra di Abramo voleva aprire il Grande Giubileo del 2000. «Dopodomani Dio volente mi recherò in Iraq per un pellegrinaggio di tre giorni. Da tempo desidero incontrare quel popolo che ha tanto sofferto, incontrare quella Chiesa martire». 

Bergoglio: "Mi aspettano, devo andare"

«Nella terra di Abramo con gli altri leader religiosi faremo un altro passo avanti nella fratellanza tra i credenti», ha sottolineato il Papa aggiungendo: «Il popolo iracheno ci aspetta. Aspettava S.Giovanni Paolo II quando è stato vietato di andare: non si può deludere un popolo per la seconda volta». A Nassiriya, città che sarà toccata da Papa Francesco sabato 6 marzo, nella tappa che lo porterà a Najaf e a Ur dei Caldei, tre iracheni condannati a morte per «terrorismo» sono stati sottoposti alla pena capitale. «L’Iraq non permetterà a nessuno di inviare razzi o messaggi terroristici» a partire dal territorio iracheno, ha detto nelle ultime ore il premier iracheno Mustafa Kazimi. Un clima che conferma che il Papa, per la prima volta in un viaggio internazionale, potrebbe accettare di spostarsi su un’auto blindata. Analoghe accortezze di protezione potrebbero essere utilizzate per gli spostamenti del seguito papale. Ma l’attesa è di tutt’altro tenore nelle comunità, cristiane e non, che stanno preparando l’arrivo del Papa.

I manifesti tra le macerie

 I ragazzi di Mosul issano manifesti con il volto del Papa tra le macerie della guerra ancora presenti. Le suore domenicane di Qaraqosh confidano: «Vogliamo ringraziare Papa Francesco per quello che ha fatto per noi, per non averci dimenticati. La sua visita costringerà il mondo a guardare di nuovo nella nostra direzione». A Erbil le sarte cristiane preparano i paramenti per la Messa del Papa nel corso della quale benedirà anche la statua della Madonna di Karamles, senza mani perché vandalizzata dai miliziani dell’Isis e così è rimasta «per non dimenticare questa pagina nera della nostra storia», dice il vescovo Bashar Warda.

Un'immagine del Papa alta cinque piani

 A Najaf un manifesto alto quanto un intero palazzo di cinque piani ritrae Papa Francesco con l’ayatollah Al-Sistani, in vista dello storico incontro che aprirà una finestra di dialogo anche con il mondo degli sciiti. «L’entusiasmo dei giovani, delle chiese locali e di tutti coloro che sono impegnati nella preparazione di questa visita conferma che è il momento giusto per questo viaggio», sottolinea il cardinale Fernando Filoni, ex Nunzio a Baghdad e massimo esperto vaticano della Chiesa in Iraq.