Crisi Ucraina, il portavoce del Cremlino: Putin pronto a negoziare

Washington: "Stiamo lavorando attivamente per raggiungere una soluzione diplomatica"

Washington (Usa), 15 febbraio  2022 -  Una giornata intensissima, quella di ieri, sul fronte della crisi Ucraina , con il presidente di Kiev che arriva ad annunciare l'invasione russa il 16 febbraio, la smentita dei servizi di intelligence e all'ultimo un'apertura che arriva da Mosca.  Il presidente russo Vladimir Putin infatti si è  detto "disponibile a negoziare" e la crisi ucraina è solo una parte delle più ampie preoccupazioni di Mosca sulla sicurezza. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, parlando con la Cnn, al termine di una giornata iniziata con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che riferiva di aver detto a Putin che esistono "chance" per un dialogo diplomatico con l'Occidente.  "Prima di tutto - ha sottolineato Peskov - Putin ha sempre chiesto negoziati e diplomazia. Ed è stato lui ad aver avviato la questione delle garanzie di sicurezza per la Federazione russa. L'Ucraina è solo una parte del problema, è un parte del più grande problema delle garanzie di sicurezza per la Russia e naturalmente il presidente Putin è disponibile a negoziare".

Con Washington che ribadisce:  "Stiamo lavorando attivamente per raggiungere una soluzione diplomatico per de-escalare la crisi". Lo ha ribadito la vice portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, riaffermando che "il percorso della diplomazia resta disponibile se la Russia sceglie di impegnarsi in modo costruttivo". Tuttavia, ha sottolineato, "noi vediamo nuovo forze russe che arrivano al confine ucraino ogni giorno".

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Il Pentagono

"Ancora non riteniamo" che Vladimir Putin "abbia già preso una decisione finale" sull'eventuale attacco contro l' Ucraina".  Ha affermato il portavoce del Pentagono John Kirby, aggiungendo che un'azione militare resta possibile "in qualsiasi momento".   Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, sarà in Europa oggi e nei giorni seguenti per un giro di colloqui sulla crisi che si svolgeranno nei prossimi giorni in Belgio, a Bruxelles, in Polonia e Lituania.  Il capo del Pentagono ribadirà, ha spiegato Kirby, "l'impegno degli Stati Uniti nei confronti dell'articolo 5 del trattato" che impegna i Paesi membri alla mutua difesa in caso di attacco esterno. La visita avrà anche lo scopo di "continuare i progressi dell'Alleanza in materia di deterrenza e difesa".

Boris Johnson e Joe Biden

E' durato oltre 40 minuti il colloquio telefonico tra il primo ministro britannico Boris Johnson e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Entrambi certi che Mosca sia pronta a sferrare un'aggressione all' Ucraina entro pochi giorni, i due leader hanno ribadito che esiste ancora "una cruciale finestra di opportunità per la diplomazia e per la Russia per fare un passo indietro dalle sue minacce nei confronti dell'Ucraina". Stando a quanto ha riferito in una nota Downing Street, Johnson e Biden hanno anche evidenziato come "una crisi prolungata" sarebbe deleteria per la Russia, con "danni di vasta portata sia per il Paese che per il mondo". 

Il cancelliere  Olaf Scholz 

Oggi intanto al Cremlino è atteso il cancelliere tedesco Olaf Scholz che, dopo aver incontrato  ieri a Kiev il presidente Volodymyr Zelenskiy, spera di poter convincere Putin a una de-escalation sfruttando "un asso nella manica": l'accordo sulla costruzione del gasdotto Stream 2 che dovrebbe collegare la Russia alla Germania. Berlino intende inserire il progetto russo nel vasto pacchetto di sanzioni che i paesi del G7 hanno già minacciato di imporre su Mosca in caso di aggressione militare. 

Il fronte Kiev

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskiy ha proclamato il 16 febbraio "giornata dell'unità" (data di un supposto attacco russo poi smentito da varie intelligence) . In un discorso alla nazione  ieri sera, il capo di Stato ha cercato di risollevare l'animo dei suoi cittadini e fare appello al patriottismo, incoraggiando le persone a esporre la bandiera e cantare all'aperto l'inno nazionale. "Ci stanno terrorizzando con la minaccia di una grande guerra - ha detto Zelenskiy - e ancora una volta hanno stabilito una data per un'invasione militare. Non è la prima volta che accade, ma il nostro Paese oggi è più forte che mai". Il presidente ha concluso: "Vogliamo la pace e vogliamo risolvere tutte le questioni esclusivamente attraverso i negoziati". Intanto, il capo della polizia ucraina Klymenko ha fatto sapere che sono state "rafforzate le misure di sicurezza" nel Paese, tra cui è previsto il dispiegamento di un maggior numero di agenti di pattuglia nelle strade e nei luoghi nevralgici (come edifici pubblici e infrastrutture). "Non sono azioni che devono suscitare il panico- ha detto Klymeno- ma rafforzare le attività di protezione" dei cittadini e "la piena preparazione" degli agenti.

L'Onu

"Abbandonare la diplomazia per il confronto non è oltrepassare la linea, ma un salto nel precipizio". Con questo monito, e l'invito a "non far fallire la causa della pace", il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha esortato a trovare una soluzione diplomatica alla crisi ucraina. Parlando davanti ai giornalisti a New York, il numero uno del Palazzo di Vetro si è detto "profondamente preoccupato per le accresciute tensioni e speculazioni su un potenziale conflitto militare in Europa". "Resterò pienamente impegnato nelle ore e nei giorni a venire", ha assicurato, riferendo di aver avuto oggi colloqui telefonici con i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina.