Milano, 28 aprile 2014 - No alla violenza, al razzismo e alla xenofobie: Giuliano Pisapia fissa i paletti per evitare un'escalation dell'odio politico di matrice estremista a Milano, complice l'avvicinarsi delle scadenze elettorali. Dal 25 aprile si registrano giornate perticolarmente calde, a causa dello striscione sulla Liberazione da parte di Forza Nuova, degli insulti alla Brigata ebraica, fino ai cori che inneggiavano alla morte dei due marò detenuti in India. In provincia, a Magenta un monumento alla memoria dei Giusti è stato fra le altre cose danneggiato da vandali, in seguito alla comparsa di manifesti neonazisti.

"Basta seminare odio e violenza", ha detto il sindaco in Consiglio Comunale. Bisogna essere ''uniti contro nuovi momenti di tensione che danneggiano tutti''. Al contrario, pero', ''abbiamo assistito ancora oggi a rigurgiti nazi-fascisti con striscioni che hanno creato tensione e con un linguaggio che non possiamo permettere diventi comune e accettabile''.

Pisapia ha citato anche i cori contro i maro' (''quelle frasi se le avessi sentite sarei intervenuto perche' non accettabili''), la contestazione alla Brigata ebraica, ma 'altrettanto deprecabili - ha detto il sindaco - sono state le parole di un ex presidente del Consiglio'' (Silvio Berlusconi sui lager) e ''alcune incitazioni alla violenza durante il corteo del 25 Aprile''.  

''Non e' una questione di schieramenti politici, bisogna essere uniti contro questi imbecilli - ha aggiunto -. Nei prossimi giorni ci saranno altre manifestazioni'', il riferimento e' al corteo in ricordo del giovane missino Sergio Ramelli, ucciso nel 1975, e al contemporaneo contro-corteo antifascista, ''e il compito di tutti e' evitare che portino nuove violenze e deturpamento della citta".

L'INVITO - In seguito, il consigliere Osnato di Fratelli d'Italia ha invitato il sindaco a partecipare alla commemorazione del 29 aprile in ricordo di Sergio Ramelli"Passare ora dalle parole ai fatti - è stata la richiesta -: mostri concretamente di essere contro le degenerazioni ideologiche e venga alla commemorazione, come proposto anche dal giudice Guido Salvini". Al che, Pisapia ha replicato fuori microfono: "E chi lo dice che non vengo?".