Milano, 16 febbraio 2012 - Chiesti 16 anni di reclusione per l’educatore e conduttore televisivo Alessandro Cozzi che ha confessato di aver ucciso lo scorso 29 marzo il titolare di un’agenzia di lavoro interinale Ettore Vitiello con 53 pugnalate. La richiesta di condanna è stata formulata dal pubblico ministero Maurizio Ascione che lo sta inoltre indagando per il presunto omicidio del formatore professionale Alfredo Capelletti, trovato morto nel 1998 con una coltellata al petto. Inchiesta in un primo tempo archiviata come suicidio e riaperta 10 mesi fa dopo la morte di Vitiello.

La speranza degli investigatori, oggi, è quella di avere nuove risorse tecnologiche rispetto a 13 anni fa per dimostrare che Capelletti non si è ucciso. In merito è in corso una perizia disposta dal gip Franco Cantù Rajnoldi per estrarre il dna e le impronte digitali dal coltello trovato in mano alla vittima. I famigliari di Capelletti hanno nominato come consulente l’ex comandante del Ris Luciano Garofano.  L’esito della perizia sarà discusso davanti al gip il 21 marzo.

 

L’entità della pena chiesta oggi al gup Elisabetta Meyer, per l'omicidio dello scorso marzo,  tiene conto dello sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato scelto dall’imputato, ma il pm ha chiesto anche che non gli siano concesse le attenuanti generiche che determinerebbero un ulteriore sconto. Questa mattina, davanti al gup, Cozzi ha rilasciato dichiarazioni spontanee, chiedendo “perdono per il gesto” ai familiari della vittima.

Poi, la parola è passata al pm e dopo di lui hanno discusso i legali delle parti civili e il difensore. I primi si sono rimessi alla richiesta del pm per quanto riguarda la pena e hanno chiesto il risarcimento dei danni subiti dai loro assistiti. La difesa ha invocato l’applicazione di una pena congrua, con la concessione delle attenuanti generiche, tenendo conto del fatto che Cozzi ha confessato.  Il gup ha rinviato il procedimento al 27 febbraio per le repliche delle parti e la sentenza.