Pozzuolo Martesana, vietato sparare

La Regione proibisce la caccia anche all’esterno dell’oasi nata sulla cava Teem dove si riproducono specie rare

Il sindaco Angelo Caterina nell’oasi protetta

Il sindaco Angelo Caterina nell’oasi protetta

Pozzuolo Martesana (Milano), 6 ottobre 2018 - Niente doppiette nelle campagne intorno alla nuova Oasi, il Comune ottiene dalla Regione la “zona rossa”: oltre che all’interno dell’area protetta (scontato), divieto rigoroso di caccia su un’ampia fascia di rispetto circostante all’ex cava di prestito recuperata. «In questo modo - così il sindaco Angelo Caterina - proteggiamo il ripopolamento faunistico in atto. Ma anche la sicurezza di chi sceglie queste campagne per una passeggiata o per lo sport».

L’ok della Regione alla zona rossa anticaccia è arrivato nei giorni scorsi, a stagione ormai avviata, e a polemiche ormai “in canna”: per i recenti tragici incidenti, e perché molti amanti della caccia sono talvolta restii al rispetto delle limitazioni, scegliendo come zona di svago anche luoghi troppo vicini all’abitato. Nell’area in questione non ci sono case. Ma l’Oasi ricavata nella ex cava di prestito Teem dietro la vecchia cava di Bisentrate sta a cuore per motivi ecologici e scientifici. In pochi anni, dopo la fine delle escavazioni, si è trasformata in sito prediletto di ripopolamento per centinaia di specie di avifauna, già censite da scienziati e appassionati.

Il bando per la gestione futura è alle fasi finali. L’obiettivo del Comune è quello di disinnescare due fattori di rischio: la caccia appena fuori dalle recinzioni e lo scarico abusivo di rifiuti, spauracchio della notte. «Sulla caccia, che naturalmente è stata impedita sin dalla creazione dell’oasi naturalistica all’interno del sito - spiega Angelo Caterina - abbiamo portato a casa un risultato importante: quello di poterla vietare, con cartellonistica apposita e multe salate in caso di trasgressioni, anche nelle aree pertinenti l’ex cava, per molte decine di metri. Non è stato semplice nè breve. Ci siamo, diciamo così, “giocati più carte” nell’istanza: certamente quella del danno che le doppiette possono fare al ripopolamento dell’avifauna di terra e d’acqua. Ma anche che il sito è prossimo a infrastrutture pubbliche come autostrada e ferrovia, e che dei limiti all’attività venatoria erano necessari».

Il bando comunale per l’affidamento in gestione del sito intanto è quasi pronto. Un bando «dai paletti molto rigidi», a tutela di quella che è già diventata una perla della biodiversità. In molti auspicano che il Wwf, che già gestisce le due oasi a Trezzo, si aggiudichi la partita. Con un progetto fruitivo che garantisca la salvaguardia ambientale e favorisca turismo dolce, birdwatching, visite didattiche e progetti scientifici.