Melzo, la tragica fine di Sara e Manuel: un anno dopo è ancora mistero

La pista più seguita è quella dell'omicidio-suicidio. Si continua a cercare la Golf grigia dell'operaio scomparsa nella Muzza

Le ricerche dell'auto nella Muzza

Le ricerche dell'auto nella Muzza

Melzo (Milano), 30 luglio 2019 - La Muzza custodisce ancora il segreto di Sara Luciani e Manuel Buzzini. I fidanzati di Melzo protagonisti, l’estate scorsa, di quel che agli investigatori sembra un omicidio-suicidio. Ma manca la prova regina che potrebbe essere proprio nella Golf grigia dell’operaio 31enne che si è tolto la vita il 9 giugno 2018 all’alba, impiccandosi, nel cortile di casa della nonna. Quando l’hanno trovato era fradicio dalla cintola in giù e infangato. L’ipotesi è che il gesto estremo sia frutto del rimorso per avere provocato la morte della convivente. Forse volontariamente, forse per un incidente.

Un anno dopo la tragedia la matassa è ancora ingarbugliata. L’auto su cui i ragazzi avevano lasciato Melzo la sera del dramma sembra inabissata in un buco nero. Le ricerche dei sommozzatori, a più battute sino all’inizio di quest’anno, sono finite in un nulla di fatto. Della macchina è stato recuperato solo il paraurti bloccato da una chiusa il giorno dopo la scomparsa della coppia. Poi, a Paullo, era riaffiorato il corpo della 21enne. L’autopsia non ha sciolto i dubbi, ha accertato solo che Sara finì nel canale già morta: non c’erano tagli, né ferite da arma da fuoco o di violenze subite, l’esame aveva escluso l’assunzione di stupefacenti. Non si sa quando e in che circostanze la Golf sia finita nel bacino: l’ipotesi è che il "punto zero" di questa vicenda sia a Truccazzano, poco lontano dal cimitero dove, più di una volta, è stato allestito il campo base delle ricerche.

Anche in caso di delitto nessuno pagherebbe. Manuel non c’è più, ma le famiglie aspettano la verità. Quella sera, Sara era uscita con il manovale con cui abitava da un anno. C’era anche un conoscente, testimone-chiave nell’inchiesta aperta per istigazione al suicidio contro ignoti. In caserma, il coetaneo del metalmeccanico ha raccontato di avere consumato cocaina con l’amico, ma di averli lasciati vivi. Circostanza riscontrata dagli inquirenti. Le indagini sul rapporto fra i due hanno fatto emergere un quadro in chiaroscuro, con lei legatissima ma spaventata negli ultimi tempi da lui che l’avrebbe anche picchiata e Manuel descritto da tutti come un bravo ragazzo ma con l’ombra della droga che si era ripresentata nella sua esistenza dopo anni di lotta per lasciarsela alle spalle.