La protesta di Vaprio e Canonica: "Riaprite il cantiere della tangenzialina"

Troppi intoppi burocratici, i sindaci occupano il ponte sull'Adda

I due sindaci sul ponte

I due sindaci sul ponte

Vaprio e Canonica d'Adda, 16 aprile 2019 - "Il cantiere della tangenzialina deve riaprire subito". A ribadirlo, i sindaci di Vaprio e Canonica che ieri hanno occupato il ponte sull’Adda. I cortei in partenza da entrambi i municipi si sono ritrovati a metà strada sul ponte che collega le loro province, Milano e Bergamo, a picco sul fiume. «Basta con il molock burocratico che ancora una volta sta ritardando l’opera», attacca Andrea Beretta, primo cittadino di Vaprio.

Oggetto del contendere, la bretella taglia-traffico attesa da 17 anni, 200 metri incaricati di eliminare la strozzatura medievale dopo il viadotto in città, che causa ogni giorno chilometri di coda. Un progetto pieno di intoppi, sin dall’accordo di programma del 2002 che ne sancì la necessità. L’ultimo, quello per cui la costruzione si è incagliata un’altra volta nel 2015, i costi extra per imprevisti, sostenuti dall’impresa che ha vinto l’appalto. Una cifra coperta nei giorni scorsi «ma la ditta non ne è stata informata e gli operai non si vedono», spiega il sindaco di Canonica Gianmaria Cerea. «E pensare che fra un anno potrebbe essere tutto finito», sottolinea Beretta che ha sbloccato la pratica imprimendo al progetto una velocità mai avuta prima, appena eletto 5 anni fa.

Il by-pass costerà un milione 400mila euro, 840mila a carico del Pirellone, 560mila di Città metropolitana. Tre anni fa l’ex provincia ha bandito l’appalto, ma l’iter si era arenato a causa di alcune integrazioni richieste dalla paesaggistica. Ora è tutto in ordine.I Comuni hanno calcolato i costi delle lungaggini. I 15mila veicoli che ogni giorno formano colonne da e per la Bergamasca hanno prodotto 15mila tonnellate di anidride carbonica, Vaprio e Canonica avrebbero dovuto piantare 50mila alberi per neutralizzarme l’effetto. «La bretella è l’esempio di come anche la costruzione di un tratto di strada possa contribuire a migliorare qualità di vita e dell’ambiente», sottolineano gli amministratori. I 5 minuti d’attesa medi trascorsi al semaforo tiene inchiodati pendolari e autisti 19 ore l’anno a testa. Un’opera benedetta anche dai camionisti. «Ne abbiamo bisogno come l’aria», conferma il portavoce Gianpietro Robbiati.