Cassina, concorso d’idee per Cascina Bindellera

Contro il degrado il Comune intende coinvolgere giovani progettisti

Cascina Bindellera

Cascina Bindellera

Cassina de' Pecchi (Milano), 6 ottobre 2019 - Un concorso di idee per il futuro di Cascina Bindellera, entro un anno l’avvio dell’operazione salvataggio per uno degli edifici rurali icona del territorio ma da anni in uno stato di inarrestabile degrado. È uno dei punti programmatici della giunta Balconi: «Vogliamo una rinascita sostenibile economicamente: e un’ipotesi di riutilizzo che sia legata, in qualche modo, alla vocazione agricola e alla storia di Cassina de’ Pecchi». L’enorme complesso si trova nelle campagne vicino a Sant’Agata e risale, dalle carte, al XVI secolo. Ha una fattura architettonica pregiata, tipica dell’agricoltura rurale lombarda, un corpo centrale e rustici. Ci fu anche un mulino, oggi scomparso. 

Da anni il degrado è totale. Pochi anni fa il Fai cercò di veicolare attenzione su un possibile intervento inserendo la Bindellera nei luoghi del cuore. Risale invece al 2014 un percorso condiviso, e culminato in un documentario, sempre finalizzato alla restituzione del bene alla cittadinanza: si chiamava “Progetto Bindellera”, ma non ebbe seguito. Nel frattempo il cascinale, che si trova in una zona isolata e ha una sua suggestione, ha transitato anche per le cronache nere: ritrovi notturni, incursioni. In generale, degrado. Anche il Fai, nell’inserirlo nella propria campagna, mise in premessa la problematica sociale: «Un bene in forte stato di abbandono, e purtroppo, data la sua posizione isolata, spesso luogo di ritrovo di brutta gente». 

Oggi la Bindellera è nelle mappe del neonato Ecomuseo della Martesana, e nell’elenco dei beni meritevoli di manutenzione e rilancio. Ed è anche nel Dup della giunta, appena presentato. Non c’è un’ipotesi di progetto, ma quella di un percorso in mente sì. «Intendiamo promuovere un concorso di idee – spiega il sindaco Elisa Balconi – che coinvolga giovani progettisti. Non pensiamo a un solo restauro fisico, ma a una rifunzionalizzazione: chi progetterà la riqualificazione dovrà proporre un utilizzo, che sia fattibile, che si autosostenga dal punto di vista economico, e che sia legato alle tradizioni e alla fisionomia di questa zona. In linea di massima, il primo criterio guida dovrà essere quello dell’attrattività. Ci stiamo comunque ancora confrontando».

Prima, un percorso partecipativo. «Pensiamo di proporre assemblee pubbliche dove raccogliere spunti da parte della cittadinanza. Poi ci metteremo al lavoro per un bando. Non ci sono tempi prefissati, e sicuramente non saranno tempi brevi. Vorremmo affrontare la problematica entro un anno. Partecipazione per le scelte sulla Bindellera come per qualsiasi scelta importante per la città: è un punto fermo del nostro programma». Lo stabile rischia, ed è un rischio. Il tempo che passa diminuisce le possibilità di un intervento efficace.