Bussero, l'artista: "Anch’io ho chiesto i 600 euro"

L’artista “neopop” Willow diventato famoso dopo una lunga gavetta è pur sempre a partita Iva

Filippo Bruno in arte Willow

Filippo Bruno in arte Willow

Bussero (Milano), 18 aprile 2020  «Anch’io ho chiesto i 600 euro". Esponente di punta del neopop, Flippo Bruno da Bussero, Willow per il pubblico e i collezionisti, è un artista importante, le sue tele sono famose in tutta Italia. "Ma sono una partita Iva – dice -. Rientravo perfettamente nell’identikit tracciato dal governo per ottenere l’aiuto contro i guasti economici causati dal virus".

"Ho sospeso il mutuo e trasferito in Rete la mostra che avevo in programma a Roma il 3 aprile. Oggi, i social stanno coprendo le distanze, il virtuale aiuta ma certo non sostituisce il contatto specialmente con un’opera". "Ho due bambini di 6 e 11 anni e sono preoccupato. Anche mia moglie che è logopedista ha sospeso l’attività per via dell’emergenza sanitaria. Ma il primo pensiero resta per quello per la salute. E non solo quella della mia famiglia. Dobbiamo rimanere in casa per proteggere tutti, i più deboli in particolare, lo considero un obbligo al quale non riuscirei mai a venire meno. Anche se il 2020 sarà un anno di lavoro praticamente perso. Forse natale porterà una sventagliata di ottimismo".

Per lui le difficoltà attuali sono come un ritorno alle origini. "Ho fatto una gavetta durissima, forse per questo non mi spavento". Diplomato alla Scuola del Fumetto di Milano, Filippo Bruno è stato sempre un freelance "nel bene e nel male. Fino a cinque anni non si cavava un ragno dal buco". Poi, sono arrivate le gallerie e la svolta. E adesso, un salto indietro per colpa dell’epidemia. "Ma non dobbiamo lasciarci abbattere. Lo dico io che nel 2008 ero nell’editoria dove la crisi è stata un flagello".