Donna fatta a pezzi, paese sotto choc. La vicina: "Mai sentito rumori sospetti"

Il sindaco di Rescaldina: "Dolore per la vittima". Alla campagna contro la violenza sulle donne aveva partecipato anche il killer

Cadavere fatto a pezzi, carabinieri sul luogo del delitto

Cadavere fatto a pezzi, carabinieri sul luogo del delitto

Rescaldina (Milano), 29 marzo 2022 - "Dolore per la vittima, cittadina acquisita del nostro paese da qualche mese". Il sindaco Gilles Ielo è incredulo di fronte ad una violenza assurda come quella che si è scatenata nel civico 9 di via Barbara Melzi, una casa a corte ristrutturata e divisa in diversi appartamenti. In due di questi si sono incrociate le vite di Carol Maltesi, la donna uccisa e fatta a pezzi da Davide Fontana, reo confesso per l'omicidio. La prima si era trasferita nell'aprile dello scorso anno a Rescaldina, il suo carnefice qualche mese dopo. "Non partecipavano alla vita di paese, erano qui da poco tempo e nessuno li conosce, a parte qualche vicino di vista".

Sara Medici, che abita al primo piano della palazzina, di fianco a Davide Fontana spiega: "Li vedevo spesso insieme. Lui usava sempre la macchina di lei e lasciava in cortile la sua. Di tutto mi sarei aspettata, fuorchè di essere la vicina di casa di un assassino". La vicina spiega di non aver sentito nulla: "I muri non sono spessi, le solette anche. Non abbiamo mai sentito urlare, o rumori sospetti che facessero anche lontanamente immaginare ad una tragedia del genere. Lei non la vedevo da qualche tempo, ma non mi sono mai posta l'interrogativo di dove fosse andata. Ogni tanto veniva suo figlio Carlos da Verona, dove abitava col padre. Lui, dal momento della sparizione di Carol, aveva continuato tranquillamente la vita di prima". Le telecamere dei media e la presenza massiccia dei giornalisti ha sconvolto la vita di questa cittadina alle porte di Legnano.

"Non li conoscevamo e non sappiamo cosa sia successo - spiega una vicina di casa -. Lei era molto appariscente. Lui non saprei manco che faccia avesse, abbastanza anonimo". Il sindaco torna sulla terribile violenza: "Abbiamo lasciato uno striscione sul comune con il numero antiviolenza. Abbiamo fatto cultura contro la violenza sulle donne e continuiamo a farla da anni. Sapere di un fatto grave del genere nel nostro paese fa male". Una campagna alla quale paradossalmente aveva partecipato anche l'assassino che, sul proprio profilo instagram aveva pubblicato la foto di una modella con un occhio nero e la scritta "Non è normale che sia normale!"