Nibionno, 12 dicembre 2013 - Joele presto tornerà a casa. È questione di giorni, forse addirittura di ore. Secondo i funzionari della Farnesina entro fine settimana il feretro del 19enne di Nibionno, che la sera di domenica 20 ottobre è stato massacrato di botte a Maidstone, verrà rimpatriato. Organizzazione, spese di viaggio, richiesta dei permessi e certificati saranno completamente a carico e cura del consolato generale italiano a Londra, come promesso dall’agente della nostra delegazione di rappresentanza nel capoluogo inglese Massimo Mazzanti, che si sta occupando personalmente di seguire ogni fase del trasferimento della salma del giovane concittadino. Quando la bara bianca con le spoglie del ragazzo arriveranno di preciso però non si sa ancora.

«Non mi è pervenuta nessuna comunicazione ufficiale in merito», spiega il sindaco del piccolo centro brianzolo Claudio Usuelli. «I genitori non mi hanno riferito nulla in merito», aggiunge il prevosto della parrocchia di Tabiago don Luigi Bianchi. E nemmeno Luca Galbiati, papà di Alex, il coetaneo di Rogeno scampato alla mattanza, conosce la possibile data delle esequie. Intanto però l’ambasciatore della Repubblica di Lituana a Roma Petras Zapolskas ha inviato un messaggio di vicinanza ai familiari del ragazzo. «Vorrei rinnovare il mio profondo cordoglio alla famiglia e agli amici di Joele Leotta. Sono insieme a voi».

Il diplomatico del paese baltico, che subito dopo la brutale aggressione ad opera di suoi quattro connazionali aveva già inoltrato una accorata lettera di condoglianze al padre e alla madre di Joele, non vuole tuttavia esprimersi sul comportamento dei ragazziincriminati perl’omicidio, né sulle presunte motivazioni dell’assalto. «La criminalità non ha nazionalità. È un male universale che tutti gli uomini di buona volontà devono combattere. Credo nella giustizia e nell’operato delle istituzioni che garantiscono l’ordine e la giustizia», si limita a commentare. Al momento tuttavia dalle aule di tribunale del Kent non trapela più nulla. Gli imputati sono già stati interrogati e formalmente accusati, uno di loro ha presentato istanza di scarcerazione ma è stata respinta. Il processo vero e proprio comincerà solo ad aprile e non dovrebbe durare molto e, in caso di condanna, come si presume, non è previsto appello.

di Daniele De Salvo