Taglio cuneo fiscale: da 100 a 150 euro in più in busta paga. Quanto vale: pro e contro

I calcoli e le ipotesi su come potrebbe essere l'aumento della busta paga pianificato dal Governo

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha indicato quali saranno i punti su cui intervenire per far fronte all'aumento dei prezzi: introdurre anche in Italia il salario minimo (senza scardinare il meccanismo della contrattazione collettiva) e tagliare il cuneo fiscale.

Busta paga, foto generica (Ansa)
Busta paga, foto generica (Ansa)

Cos'è il cuneo fiscale

Semplificando al massimo il cuneo fiscale è la differenza fra lo stipendio lordo e quello netto in busta paga. E' costituito dunque dalle tasse e dalle trattenute che vengono effettuate sia lato lavoratore sia lato azienda. 

Cosa cambia

L'entità degli aumenti in busta paga dipende naturalmente da quanto e come viene tagliato percentualmente il cuneo fiscale. E non solo. Una parte pesa infatti sulle aziende e una parte sui lavoratori. Per i lavoratori maggiori saranno gli aumenti quanto più si agirà sulla quota a loro carico. Altra differenza la farà la scelta su quali stipendi intervenire, se su tutti indiscriminatamente o se solo sui più bassi (si pensa ad esempio sotto i 35mila euro).

Quanto incide sullo stipendio

Il peso del cuneo fiscale non è uguale per tutti. Per alcune voci varia. Ad esempio l'incidenza dell'Irpef è legata al valore dello stipendio. Prendendo a modello un lavoratore italiano senza coniuge né figli a carico, avrà un cuneo fiscale del 48% suddiviso: tra imposte personali sul reddito (16,8%) e contributi previdenziali (31,2%, di cui il 7,2% è a carico suo e il 24% viene versato dal datore di lavoro).

Fino a 150 euro in più

È proprio nella manovra infatti che dovrebbe trovare spazio il taglio del cuneo fiscale: anche in questo caso una misura strutturale, sicuramente più ampia dell'esonero contributivo varato per quest'anno per i redditi fino a 35.000 euro, costato alle casse dello Stato 1,5 miliardi. Le cifre di cui si ragiona sono stavolta decisamente più alte: Confindustria chiede 16 miliardi, i sindacati almeno una mensilità, quindi 100-150 euro al mese equivalenti a circa 10 miliardi. I conti saranno fatti nella Nota al Def ed è difficile ora fare previsioni, ma perché l'intervento possa essere percettibile per le tasche degli italiani non potrà essere inferiore ai 5-6 miliardi.

Il rischio per le pensioni

Siccome il taglio del cuneo fiscale va ad agire sulla differenza fra lo stipendio lordo e quello netto, oltre alle tasse, ci sono anche i contributi. Questi finiscono per determinare il valore futuro delle pensioni. I sindacati insistono sul fatto che il taglio debba riguardare solamente la parte di tassazione. Il rischio sarebbe infatti quello che i lavoratori maturino trattamenti pensionistici inferiori.