"ACCELERAZIONE TRANSITORIA, IL CAROVITA È L’EFFETTO DELLA RIPRESA"

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"UN’ACCELERAZIONE TRANSITORIA". Così viene considerata la ripresa dell’inflazione da Michele Morra, portfolio manager di Moneyfarm, società internazionale di gestione del risparmio che offre servizi di consulenza finanziaria indipendente con approccio digitale. Nonostante il fenomeno non sia dunque preoccupante, gli esperti di Moneyfarm suggeriscono qualche accorgimento per difendere i risparmi dall’erosione del caroprezzi.

Dottor Morra, perché ritenete l’aumento dei prezzi un fenomeno passeggero?

"Innanzitutto, bisogna evidenziare un aspetto importante: l’inflazione viene misurata su base annua e il confronto con i livelli molto bassi dei prezzi delle materie prime dell’anno passato spiega i livelli elevati raggiunti in questi giorni. Se si guarda poi agli Stati Uniti, si vede chiaramente che il forte aumento dei prezzi riguarda soprattutto i settori più colpiti dalla pandemia, cioè i viaggi aerei, le auto a noleggio, la ristorazione e l’industria del turismo. Per questo c’è da pensare che avrà vita breve".

Si tratta dunque di effetti legati al rimbalzo del Pil, successivo alla pandemia…

"Esattamente. Un altro effetto che probabilmente sta guidando in alto i prezzi è legato proprio alla crescita della domanda aggregata: le persone hanno cominciato a consumare e stanno spendendo i risparmi accumulati durante l’ultimo anno. L’inflazione guidata dalla domanda segnala dunque un’economia forte".

Di solito le banche centrali cercano di fermare la fiammata del carovita alzando i tassi d‘interesse. Dobbiamo attenderci a breve questo scenario, soprattutto nel mercato che guida tutti gli altri, cioè quello americano?

"Negli Stati Uniti e altrove il mercato del lavoro sta ancora facendo i conti con i danni causati dalla pandemia e il tasso di occupazione è lontano dai livelli precedenti al Covid-19. La Federal Reserve ha annunciato che, nel rivedere le sue politiche, si concentrerà prima di tutto sulla ripresa del mercato del lavoro piuttosto che sulla dinamica dei prezzi. L’occupazione, solitamente, raggiunge il proprio apice alcune settimane dopo il picco dell’attività economica e ciò rassicura su un fatto: il momento in cui la banca centrale invertirà la politica monetaria è ancora lontano. Fatte tutte queste dovute considerazioni, è sicuro che l’inflazione rimanga una variabile rilevante per i mercati finanziari nei prossimi mesi".

Come possono difendersi i risparmiatori?

"Recentemente, abbiamo condotto uno studio confrontando la performance di un capitale lasciato in liquidità e quelle di un investimento bilanciato su un periodo di 10 anni. Quando si tiene conto dell’inflazione, chi ha lasciato i proprio risparmi in liquidità ha chiuso il decennio con un valore reale notevolmente inferiore rispetto a quando era iniziato. Al contrario, un investimento bilanciato – composto da azioni, obbligazioni e varie classi d’investimento – avrebbe generato rendimenti reali positivi. Certo, la volatilità di un investimento finanziario è superiore a quella della liquidità così come è maggiore il rischio. Tuttavia, numeri alla mano, nel lungo periodo investire è la strada migliore per battere l’inflazione e proteggere il capitale, piuttosto che lasciarlo parcheggiato su depositi poco redditizi".

Ma se il costo della vita riparte, di solito le obbligazioni già presenti sul mercato perdono valore, soprattutto se sono a tasso fisso. Sui mercati azionari, invece, ci sono ovviamente altre incognite: dopo mesi di crescita ci potrebbe essere una retromarcia dei listini, soprattutto se le banche centrali alzeranno i tassi. Non trova?

"Se è vero che l’inflazione può avere un impatto negativo sulle obbligazioni, non è detto che l’azionario ne risentirà: il rischio legato all’aumento dei prezzi, fino a questo momento, è stato più che compensato dall’effetto positivo legato alla crescita dell’economia. Ripeto: il momento in cui le maggiori banche centrali invertiranno le loro politiche è ancora lontano e i tassi d’interesse bassi rappresentano un fattore pressoché certo nei prossimi anni. In questo scenario c’è la possibilità che l’aumento dei livelli di inflazione abbia un impatto sui mercati finanziari nel breve termine, ma una cosa resta certa: nel medio e lungo periodo lasciare i risparmi in liquidità senza investirli vuol dire rassegnarsi a vederli perdere valore".

Andrea Telara