AVANTI TUTTA PER L’EURO DIGITALE, C’È IL VIA LIBERA DELLA BCE

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AVANTI TUTTA sull’euro digitale. La Bce ha lanciato il progetto esplorativo per la creazione di una moneta elettronica di banca centrale: una mossa che risponde alla sfida di crypto-asset, stablecoin e persino social media, con implicazioni che toccano la geopolitica: sullo sfondo, un aiuto sostanziale alla creazione di una carta di credito ‘Made in Europe’ in un mercato da migliaia di miliardi dominato dai big americani, Visa e Mastercard. Christine Lagarde, presidente della Bce, ha parlato dei "risultati incoraggianti" dopo nove mesi di consultazioni. "Tutto ciò ci ha spinti a fare un passo in più e iniziare il progetto". Che non pregiudica decisioni future e durerà due anni. Ma il segnale di Francoforte è di grande determinazione, a differenza dell’atteggiamento tenuto dalla più prudente Fed americana.

"Ci confronteremo con il Parlamento europeo", spiega Fabio Panetta, membro del comitato esecutivo e a capo della Task Force di alto livello di Francoforte sull’euro digitale. C’è da assicurare la privacy, dove Panetta, in una conference call con la stampa, rassicura: è molto più sicuro operare con la garanzia delle istituzioni europee che con gli operatori privati. Ci sarà da evitare che un euro digitale, che apre una sorta di ‘conto corrente’ dei cittadini presso la Bce, rubi clienti alle banche: fra le ipotesi, quella di mettere un limite di 3000 euro di disponibilità in euro digitale. Una risposta implicita ai timori delle banche è – come ha spiegato Panetta – che l’euro digitale ha una "possibile relazione" con il progetto EPI per la creazione di una carta di credito europea cui lavorano 33 grandi banche europee: "Rafforzerebbe le banche, anche quelle che partecipano a Epi" aprendo alla concorrenza di un operatore europeo un mercato da commissioni multimiliardarie con cui oggi i consumatori Ue ingrossano gli utili dei due colossi Usa. Restano aperti, nei 24 mesi che precederanno gli ulteriori tre anni di fase gli aspetti tecnologici, se affidare l’euro digitale al ben collaudato sistema centralizzato europeo di pagamenti istantanei Tips o a un ‘ledger’ distribuito come blockchain.

La principale implicazione di politica monetaria è che la Bce potrebbe ’attenuare’ l’attuale politica dei tassi negativi verso le famiglie per spingere i consumi disintermediando le banche. Ma l’endorsement del ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz e della Commissione Ue fa capire che la partita è più grande. "Autonomia strategica" è l’espressione che usano alla Bce. C’è da rispondere alla sfida dei crypto-asset come bitcoin &co e all’affermarsi delle ‘stablecoin’ come il progetto Diem di Facebook. C’è la Cina che è avanti su una valuta digitale, e Panetta spiega che "non possiamo minimamente rischiare" che simili valute di altre giurisdizioni si affermino in Europa. E c’è la grande partita delle carte di credito dove l’Ue prova a emanciparsi dagli Usa: un mercato che nel 2018 valeva quasi 4.000 miliardi di dollari e correva a un ritmo di crescita del 10% annuo.

Più cauta, come già detto, la posizione della Federal Reserve Usa, la banca centrale americana. La Fed – ha annunciato il presidente Jerome Powell –

presenterà un rapporto sulle valute digitali delle banche centrali all’inizio di settembre. Per Powell – che ha parlato di valuta digitale davanti a una commssione della Camera statunitense – i pericoli di usare una moneta digitale della banca centrale "sono reali" e che le stablecoin "hanno bisogno di un’appropriata cornice regolamentare". Le stablecoin sono valute digitali meno volatili di altre (bitcoin) perché agganciate ad asset stabili. "Crediamo che i cripto-asset non saranno usati per i pagamenti – ha spiegato –, ma forse le stablecoin lo saranno, ma non sono regolamentate".