Il business della solitudine

Due furbacchioni e cinquanta ingenue signore. La storia potrebbe essere tutta qui, ma liquidare la truffa sentimentale sorridendo sulle vittime è quantomeno ingeneroso. I protagonisti sono due nigeriani, evidentemente ben messi con l’inglese, che si erano iscritti ad alcune chat per incontri dedicate ai single. Solo che loro, trentenni e ufficialmente nullatenenti, tenevano famiglia. E in qualche mese di lucrosa attività, fingendosi eleganti e signorili corteggiatori dalle migliori intenzioni, avevano circuito almeno cinquanta signore in cinque continenti. Facendosi bonificare, con scuse inverosimili, somme per oltre 400mila euro. Presto convertite in criptovalute, per sfuggire meglio ai controlli. Ma le signore, presto resesi conto del trappolone, avevano allertato le relative polizie di zona. Di qui le ricerche, che hanno portato in Italia. Viene da sorridere, certo. Ma anche e soprattutto da riflettere. A quali limiti può spingere la solitudine? E il cinismo di chi ne approfitta?