Zona gialla, ecco le regioni a rischio. E la Lombardia?

Occhi puntati sugli ospedali tra area medica e terapie intensive. Possibili zone rosse locali

Ragazze con la mascherina

Ragazze con la mascherina

Milano, 10 novembre 2021 - Il Coronavirus ha ripreso la sua corsa ed ecco che torna l'incubo zona gialla. Per settimane l'occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid negli ospedali è rimasta stabile ma oggi, con la crescita della curva dei contagi, tornano ad aumentare anche i positivi in area medica e nelle terapie intensive. L'attenzione è alta specialmente in alcuni territori che hanno superato la soglia d'allerta e che, presto, potrebbero abbandonare la zona bianca.

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Covid, la situazione negli ospedali

Se una regione registra un numero di infezioni settimanali uguali o superiori ai 50 ogni 100mila abitanti (incidenza), il Comitato tecnico scientifico analizza altri due parametri per decidere il passaggio in zona gialla: il totale dei ricoveri e i pazienti in rianimazione. Se i primi non superano il 15% dei posti letto disponibili o i secondi non oltrepassano la soglia del 10% si resta in zona bianca. Basta soddisfare una delle due condizioni per evitare il giro di vite. Stando ai dati aggiornati e registrati nel portale Agenas, che fotografano la situazione negli ospedali, a livello nazionale la situazione è ancora sotto controllo nonostante l'aumento dei contagi. Per quanto riguarda le terapie intensive, per cui la soglia critica è fissata al 10% di posti letto occupati da pazienti Covid, la media nazionale è del 5%, stabile. In area medica è appena più alta, al 6%: in questo caso il livello di allerta è però al 15%. La situazione però varia molto da regione a regione. 

Trema il Friuli Venezia Giulia

"Se dovessero proseguire i numeri di contagi come stiamo vedendo oggi, c'è il rischio che noi entro fine mese, probabilmente anche prima, andremo in zona gialla", ha detto il presidente del Friuli Venzia Giulia, Massimiliano Fedriga, intervenendo a Radio Punto Zero. "Vuol dire che apriremo le porte alla zona arancione. E se andiamo in zona arancione vuol dire che penalizziamo le realta' economiche. E non ce lo possiamo permettere. Non possiamo pagare il prezzo di persone che inseguono menzogne. Il mio appello e' accorato. Malgrado gli insulti che mi sto prendendo per questa posizione di razionalita' e di buon senso non mi fermo. I pasdaran no vax, i pasdaran delle menzogne sappiano che con me non troveranno terreno fertile" ha concluso Fedriga. Oggi in Friuli su 7.075 tamponi molecolari sono stati rilevati 364 nuovi contagi con una percentuale di positività del 5,14%. Sono inoltre 14.993 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 54 casi (0,36%). Nella giornata odierna si sono registrati 6 decessi. I ricoverati in terapia intensiva sono 19; i pazienti in altri reparti 126. 

Le Marche preoccupano

Da qualche giorno nelle Marche i pazienti positivi ricoverati nell'area critica sono l'11%. In area medica, invece, la situazione rimane ancora contenuta, al 7%. Per il cambio di colore entrambi i parametri devono essere al di là dei livelli di allarme, per  cui per il momento la Regione resterà in zona bianca. Ma se i parametri continueranno a peggiorare, nelle prossime settimane si potrebbe tornare alla zona gialla. Oggi è stato registrato un picco di nuovi contagi: ne sono stati rilevati 301 per un'incidenza su 100mila abitanti che schizza da 72,66 di ieri a 83,40. Intanto però i ricoveri restano sostanzialmente stabili (sono 93; +1) e non si sono registrati decesso correlati alla pandemia (il totale finora è 3-118). Tra i nuovi positivi ci sono 56 persone con sintomi; i casi comprendono 79 contatti stretti di positivi, 80 contatti domestici, 18 in ambiente di scuola/formazione, quattro di lavoro, 8 di vita/socialità, quattro in setting assistenziale e due in setting sanitario. Oltre 4mila i tamponi eseguiti (4.110 tra cui 2.305 nel percorso diagnostico, con il 13,1% di positivi, e 1.805 nel percorso guariti) a cui si aggiungono 1.031 test antigenici (74 positivi). I ricoveri salgono di un'unità (93) ma risultano in calo i degenti in terapia intensiva (22; -1) e in Semintensiva (25; -2) mentre aumentano i pazienti nei reparti non intensivi (46; +4). Le persone dimesse sono nove nell'ultima giornata.  I guariti/dimessi raggiungono i 111.677 (+215). 

E la Lombardia?

Martedì, in Lombardia, sono stati registrati 849 nuovi casi di coronavirus, a fronte di 144.283 tamponi effettuati, di cui e' risultato positivo lo 0,5%. Cala quindi il tasso di positivita' rispetto allo 0.8% del giorno prima(quando i casi di Covid lombardi erano 294, ma a fronte di solo 34.781 tamponi). Sono cresciuti invece di 31 i ricoverati nei reparti ospedalieri (totale 379) e di uno quelli ricoverati nelle terapie intensive regionali (totale 47). Nelle ultime 24 ore i decessi sono stati  4 (ieri 0) che hanno portato il totale da inizio pandemia a 34.205 vittime. La provincia piu' colpita e' stata quella di Milano, con 270 contagiati odierni, di cui 121 a Milano citta'. Nelle altre province lombarde i casi sono stati a Bergamo: 46; Brescia: 102; Como: 29; Cremona: 26; Lecco: 23; Lodi: 29; Mantova: 34; Monza e Brianza: 85; Pavia: 35; Sondrio: 10; Varese: 111.

Ma la situazione in Lombardia sembra comunque essere sotto controllo. "Per il momento non siamo assolutamente da zona gialla né vicini alla zona gialla. I numeri per il momento sono buoni, dobbiamo andare avanti con la somministrazione di ulteriori vaccini, la terza dose e con un minimo di rispetto di quelle regole di base che consentono di combattere più efficacemente il virus", ha detto ieri il governatore Attilio Fontana. Anche se ha ammesso di concentrare tutta  la sua attenzione sulla pandemia ancora in corso. "Quando c'è un obiettivo più importante credo si debba pensare a quello. E oggi il nostro obiettivo è cercare di impedire che avanzi la quarta ondata e convincere chi non si è ancora vaccinato del tutto a vaccinarsi e chi non ha ancora fatto la terza dose", ha detto. E ha aggiunto: "Se riusciamo a mantenere la situazione che c'è oggi, riusciamo a contenere questa ulteriore ondata. Quindi serve l'utilizzo del distanziamento, delle mascherine e del Green pass per accedere a certe attività". "Se le cose continuano in questa direzione, la situazione di oggi in Lombardia può essere continuata. Se dovesse peggiorare, dovremmo rivalutarla con attenzione". Nel frattempo, da Regione Lombardia hanno fatto sapere che sono stati raggiunti gli 8 milioni di cittadini con vaccinazione completa. "La campagna vaccinale anti-Covid di raggiunge oggi questo risultato impensabile solo qualche mese fa. L'organizzazione, la professionalita' degli operatori, la consapevolezza dei lombardi hanno fatto la differenza", ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, su Twitter.

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Zona gialla, le regole

Ma quali condizioni si devono verificare perché una Regione passi alla colorazione gialla? L’incidenza settimanale dei contagi deve essere pari o superiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti, il tasso di occupazione dei posti letto in area medica deve essere superiore al 15% e il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da Covid-19 superiore al 10%. Il principale cambiamento riguarderebbe il ritorno dell’obbligo di mascherina all’aperto e la minore capienza per gli spazi al chiuso. Rimarrebbero però permeabili i confini tra regioni. Restano aperti bar, attività di ristorazione e attività commerciali, ma anche parrucchieri, estetisti e barbieri. Niente coprifuoco e l'attività scolastica non subisce variazioni. La didattica è svolta al 100% in presenza, salvo in caso di classi in quarantena

Zone rosse locali

Il governo ha quindi finora confermato la validità del sistema a colori delle regioni, ma sono previste anche misure drastiche se la situazione dovesse peggiorare in alcuni specifici territori, imponendo "zone rosse". Si tratterebbe di zone rosse locali, ovvero restrizioni a livello comunale. Come si è rischiato a Cervinara, in Irpinia, comune di 9mila abitanti dove sono cento oggi positivi: ieri 14 nuovi casi. Il Comune ha avuto quasi numeri da zona rossa: una cifra così alta di contagi non si era registrata nemmeno nei giorni più complicati del 2020. "Cervinara - sottolineava Vincenzo De Luca qualche giorno  fa - è stata sull'orlo di una chiusura completa, di un'altra zona rossa. Quanto è accaduto, conseguentemente a una festa privata, con le tempestive misure adottate da un bravo sindaco, d'intesa con l'Asl e la Regione, ha evitato conseguenze più gravi ma è l'esempio di quanto potrebbe accadere se se non prevale il senso di responsabilità di tutti. Occorre, ora più di prima, rispettare in maniera rigorosa tutte le misure di contrasto alla diffusione del virus, a cominciare dalle vaccinazioni, uso delle mascherine, distanziamento". 

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