Vaiolo delle scimmie in Italia, l'Iss: "Prudenza in rapporti stretti e sessuali"

Un'infezione è stata accertata allo Spallanzani di Roma. Da Bassetti a Galli fino a Pregliasco e Crisanti: cosa ne pensano gli esperti

Vaiolo delle scimmie anche in Italia

Vaiolo delle scimmie anche in Italia

Milano, 19 maggio 2022 - "Attualmente la situazione è sotto controllo e in questo momento in Italia non abbiamo una situazione di allerta in relazione ai casi segnalati di vaiolo delle scimmie. Raccomandiamo però prudenza nei contatti stretti o sessuali che presuppongano uno scambio di fluidi corporei, soprattutto se sono presenti lesioni cutanee o sintomi febbrili". Lo afferma all'Ansa Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell'Istituto superiore di Sanità. L'Iss, sottolinea, "ha messo in allerta le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare la situazione nazionale". Intanto, dopo la scoperta del primo caso in Italia di vaiolo delle scimmie, gli esperti provano a fare un punto della situazione.

Matteo Bassetti

"Più che il Covid oggi dobbiamo cercare di metterci in sicurezza dal vaiolo delle scimmie. È molto più leggero di quello degli uomini per quanto riguarda i sintomi, si trasmette anche attraverso il respiro ma solo se si sta molto vicini". Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, Matteo Bassetti, direttore della Clinica per le Malattie Infettive dell'Ospedale San Martino di Genova. Come si dovrebbe agire con questo nuovo virus? "Non vanno commessi gli errori del passato. Dobbiamo esser tutti uniti tra Paesi europei, scambiandoci informazioni e monitorando eventuali focolai. Nei prossimi giorni arriveremo a qualche migliaio di caso, chi non ha fatto la vaccinazione contro il vaiolo non è coperto".

Massimo Galli

"L'eventualità più probabile è che la trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie in Usa e altrove sia partita da un contatto con animale infetto importato da zone endemiche, come gli scoiattoli. Questo è quello che mi aspetto". Lo afferma all'Ansa l'infettivologo Massimo Galli, sottolineando che comunque, almeno in Occidente, "è raro che si siano visti dei casi di alta gravità. Nel 2003 un quadro simile con vari casi - rileva Galli - si ebbe in Usa, con il virus portato da un ratto importato come animale di compagnia dall'Africa. In Usa ci furono qualche decina di casi ma nessun morto". Questa situazione, conclude, "è un ulteriore punto esclamativo messo sulla necessità di stare attenti su come si maneggiano la natura e certi animali selvatici".

Fabrizio Pregliasco

La prima cosa da fare è cercare di capire le cause che hanno portato anche in Italia a un caso di vaiolo delle scimmie accertato e a due casi sospetti: per il virologo Fabrizio Pregliasco, del'Università di Milano, "adesso bisogna individuare le interconnessioni mancanti per riuscire a immaginare la diffusione del virus". Bisogna cioè rimettere insieme le tessere di un puzzle complesso e per questo motivo, "bisogna concentrare l'attenzione sui casi, aumentando ulteriormente la sensibilità della rete nazionale di segnalazione. Sono inoltre necessari interventi di sanità pubblica e indagini epidemiologiche".

Andrea Crisanti

Contact tracing e vaccinazione dei contatti: questi gli strumenti per trattare il vaiolo delle scimmie. Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Microbiologia molecolare all'Università di Padova, sottolinea come "da un punto di vista epidemiologico non ci dobbiamo preoccupare. Abbiamo un vaccino che funziona strabene. Non ci dobbiamo preoccupare per la sanità pubblica». Anche perché, spiega Crisanti, "il vaiolo delle scimmie non ha la stessa infettività del vaiolo umano che invece ha un indice di 18. Quindi fortunatamente non siamo di fronte a vaiolo umano". Crisanti ricorda che "non si tratta di una malattia nuova, ma c'è da molto molto tempo e non è molto infettiva".

Maria Rita Gismondo

"Assolutamente no panico, ma massima attenzione", sui casi di vaiolo delle scimmie che crescono tra Europa e Stati Uniti. La microbiologa Maria Rita Gismondo invita a mantenere la calma, agendo però rapidamente. "Per ora si tratta di casi isolati - commenta all'Adnkronos Salute la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano -, quindi sono casi che si possono circoscrivere, visto che vengono correttamente segnalati. Possono e devono essere circoscritti ora".