Vaccini Covid, la terza dose? Si comincia ad Ottobre. Che ne pensano gli esperti

Dopo il risultato dello studio israeliano sull'efficacia della terza dose del vaccino Pfizer, sempre più esperti concordano sulla necessità di un terzo richiamo

Vaccino

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"La  terza dose di vaccino anticovid dovrebbe partire da ottobre e si inzierà con la fascia di popolazione più fragile. Credo che la  terza dose sia necessaria e noi siamo pronti". Lo ha detto in una intervista il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri dando quindi ormai, quasi per scontata, l'ipotesi che ci si debba fare una terza inoculazione di uno dei vaccini anti-covid presenti sul mercato. D'altronde, anche il risultato dello studio israeliano sulla terza dose di vaccino Pfizer, pubblicato recentemente, ha mostrato una efficacia contro il virus dell'86% tra gli over 60. Lo studio ha comparato quasi 150mila persone al settimo giorno dalla terza dose, con oltre 675mila individui -distinti per età, genere, stato sociale e gruppo di popolazione - con solo 2 dosi tra gennaio e febbraio 2021, 5 mesi prima. Nel primo gruppo a diventare positivi sono stati in 37, mentre nel secondo 1.064. 

Ma gli esperti italiani che ne pensano di questa ipotesi? Il primo ad esprimersi è stato il virologo Fabrizio Pregliasco. "Bisognerà valutare se l'infezione ancora si diffonderà ampiamente e poi a chi somministrare la terza dose. Penso che in primis vada ai soggetti fragili e più esposti, in una strategia simile a quella della vaccinazione antinfluenzale. Poi si vedrà alla luce di una evoluzione che potrebbe rendere necessario ancora un rinforzo per tutti". Anche per Francesco Le Foche, immunologo del Policlinico Umberto I di Roma, "verosimilmente avremo bisogno di una terza dose per le persone che assumono farmaci immunosoppressivi che hanno appunto le difese immunitarie più basse della norma, per i trapiantati e per persone con patologie particolari come malattie autoimmuni o patologie infiammatorie croniche in cui la risposta al vaccino può essere ridotta". All'esperimento di Israele ha fatto riferimento anche Andrea Crisanti, microbiologo dell'università di Padova: "Il dibattito sulla terza dose è giusto che sia iniziato. Israele ha iniziato con la terza dose e noi tra un po' di tempo avremo abbastanza dati per capire l'impatto della terza dose. Siamo su un terreno sconosciuto e non possiamo inventarci nulla. I dati sono la cosa più importante per tracciare la strada altrimenti si improvvisa, e io non penso che in sanità pubblica si possa improvvisare".

Al momento, dunque, non c'è ancora nulla di deciso ufficialmente, ma quanto dichiarato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri fa propendere per l'ipotesi di un ulteriore richiamo. "Una quota della popolazione può avere una riduzione degli anticorpi dopo 6 mesi, significa che in quelle persone bisognerà fare un richiamo. È possibile che ogni anno si debba fare un richiamo come per l'influenza". Se guardiamo al resto del Mondo, negli Stati Uniti, la somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid comincerà il 20 settembre e verrà iniettata otto mesi dopo la seconda puntura con il vaccino Moderna e Pfizer. Si partirà dunque con personale sanitario e ospiti di case di riposo che sono stati i primi a vaccinarsi.  "I dati disponibili chiariscono che la protezione contro Sars-CoV-2 comincia a decrescere nel tempo dopo le prime dosi di vaccinazione. In associazione con la predominanza della variante Delta, cominciamo a vedere prove di una ridotta protezione di fronte alla malattia leggera e moderata", si legge nel comunicato diffuso dalle principali autorità sanitarie statunitensi, fra cui il direttore dei Centri di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc), Rochelle Walensky, e il direttore dell'Istituto nazionale per le allergie e le malattie contagiose, Anthony Fauci. Una nuova iniezione servirà anche per il monodose Johnson&Johnson, ma dato che questo vaccino è stato somministrato a partire da marzo, se ne parlerà a novembre.

Sembra invece di tutt'altro avviso l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) secondo la quale "Al momento i dati non indicano il bisogno di una terza dose di vaccino anti-Covid". Lo ha detto in conferenza stampa Soumya Swaminathan, chief scientist dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Swaminathan ha spiegato che ad oggi "la priorità deve essere quella di aumentare le coperture nei Paesi che non hanno ancora avuto accesso ai vaccini" ed ha ribadito che iniziare con i "booster" con buona parte del mondo ancora non immunizzata potrebbe addirittura essere controproducente. "Ci opponiamo fermamente alla terza dose per tutti gli adulti nei Paesi ricchi- ha proseguito- perchè non aiuterà a rallentare la pandemia. Togliendo dosi alle persone non vaccinate, i booster favoriranno l'emergere di nuove varianti". Bruce Aylward, altro esperto dell' Oms, ha aggiunto che "ci sono abbastanza vaccini per tutti, ma non stanno andando nel posto giusto al momento giusto". Aylward ha poi precisato che "due dosi devono essere date ai più vulnerabili in tutto il mondo prima che i richiami vengano dati a chi ha completato il ciclo, e siamo ben lontani da questa situazione", ha concluso. Le parole dei due membri dell'Organizzazione mondiale della sanità giungono a poche ore di distanza dall'annuncio da parte degli Stati Uniti che si sono detti pronti ad avviare un'ampia distribuzione delle terze dosi di vaccino anti-Covid a partire dal prossimo 20 settembre.