Le specie aliene che minacciano l'ecosistema italiano: dal pesce siluro al... gatto

Nel nostro Paese, negli ultimi trent'anni, le specie alloctone sono aumentate del 96 per cento minacciando la biodiversità

Le specie "aliene", o alloctone, spaventano l'ecosistema italiano. Per "aliene" si intendono tutte quelle specie introdotte dall'uomo volontariamente o involontariamente al di fuori della loro area d'origine. Un problema che in Italia, negli ultimi trent'anni, è cresciuto del 96 per cento: sono infatti 3mila le nuove specie che minacciano la biodiversità del Paese. Le specie allogene sono causa del 54 per cento delle estinzioni

Queste invasioni biologiche rappresentano uno dei cinque fattori che provoca perdita di biodiversità (insieme alla distruzione degli habitat, allo sfruttamento eccessivo delle risorse, ai cambiamenti climatici e all'inquinamento). Alcune sono state introdotte in Italia volontariamente, come animali allevati a fini produttivi, animali domestici o piante ornamentali, mentre altre sono giunte involontariamente attraverso scambi commerciali o rotte turistiche. Vediamo quali sono le più diffuse e pericolose per l'ecosistema.

Il Silurus glanis

Il Silurus glanis, più comunemente conosciuto come pesce siluro, è un pesce d'acqua dolce europeo. È originario dell'Europa orientale, dal bacino del Danubio verso est. Minacciato nei paesi d'origine dalla pesca, dall'inquinamento e dalla costruzione di bacini e dighe, nelle acque in cui è stato introdotto è fonte di problemi e di impatti drammatici sulle popolazioni autoctone. La sua immissione nelle acquee italiane è avvenuta quando i fiumi del nord Italia erano compromessi dalla canalizzazione e dalle bonifiche. La scomparsa dello storione e la lenta uscita di scena del luccio, hanno fatto il resto: oggi il siluro rappresenta, in media, il 27 per cento della biomassa del Po, guadagnandosi lo scettro di specie più rappresentata. A causa delle sue elevate dimensioni, il siluro è in cima alla catena alimentare: la sua presenza mette a rischio estinzione la trota mamorata

La Gambusia 

È un pesce tropicale di piccole dimensioni, nativo dei bacini del golfo del Messico, dove si ritrova in acque dolci e paludose. È stato introdotto in Italia a partire dalla prima metà del XX secolo, intorno agli anni '20-'30 nella speranza che eliminasse le uova di zanzara di cui si ciba. A tal fine, le Aziende Sanitarie hanno promosso l'immissione di questa specie nei laghi, pozze d'acqua, fontane e stagni. Oggi la sua capacità nella difesa contro le zanzare è messa in discussione, mentre crea danni ecologici minacciando la sopravvivenza delle specie native. I danni sono legati alla competizione con gli altri pesci e crostacei e nella caccia di insetti nativi. Inoltre, la gambusia è un potenziale ospite di parassiti, che vengono poi trasmessi ai pesci nativi

Lo scoiattolo grigio

Questo scoiattolo, autoctono in nord America, è arrivato in Italia come animale da compagnia. Lo scoiattolo grigio costituisce una grave minaccia per lo scoiattolo rosso con cui compete e al quale può trasmettere alcune malattie. Dove arriva lo scoiattolo grigio molto spesso lo scoiattolo rosso si estingue. Lo scoiattolo grigio può anche causare danni agli alberi ed economicamente può avere un notevole impatto sulle coltivazioni di noccioli e pioppi.

La zanzara tigre

Originaria del sud-est asiatico, questa zanzara ha sfruttato i trasporti commerciali umani per diffondersi in molte zone del mondo. Nel 1998 i primi avvistamenti in Italia, a Genova, in un deposito di pneumatici usati importati dall'estero. Da qui si è diffusa praticamente in tutta la penisola. L'Italia è il Paese più colpito in Europa dalla zanzara tigre. L'insetto risulta essere il vettore di circa 20 virus diversi, come febbre gialla e la chikungunya. Le proiezioni dei cambiamenti climatici mostrano che la zanzara tigre probabilmente si diffonderà ancora, in particolare nel Mediterraneo, ma anche più a Nord.

Il gambero "killer"

Il gambero "killer", o più correttamente gambero della Louisiana, è originario dell'America del nord e in Italia fu importato in Toscana da un'azienda di Massarosa, vicino al Lago di Massaciuccoli, per un tentativo di allevamento e commercializzazione. Si è poi diffuso in tutta Italia, dopo esser sfuggito al controllo degli allevamenti. Particolarmente tollerante ai cambiamenti ambientali e di costituzione robusta, capace di resistere molto tempo fuori dall'ambiente acquatico e quindi di spostarsi facilmente da un corpo d'acqua all'altro, questa specie sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza del gambero di fiume italiano.

Il gatto

E poi l'animale che non ti aspetti, il gatto. Gli esemplari domestici o reinselvatichiti predano la fauna locale. Il gatto ha impatti predatori altissimi: è la specie al mondo che ha provocato più estinzioni, cacciando uccelli, lucertole, anfibi e, in generale, tutti i piccoli vertebrati.  La tecnica di gestione della popolazione selvatica attraverso la sterilizzazione impedisce ad alcuni gatti di riprodursi, ma non di predare la fauna selvatica. È inserito nella lista delle cento specie invasive molto dannose.