Covid, scuola, dad, quarantena: nuovo protocollo. Classi a casa solo se ci sono 3 positivi

Ci saranno differenze fra chi è vaccinato e chi no. Gli immunizzati rientreranno in classe prima

Scuola e quarantene: il nuovo protocollo

Scuola e quarantene: il nuovo protocollo

Roma, 1 novembre 2021 - Tornano a salire i contagi (soprattutti fra i più giovani) e torna per molti genitori (e non solo) l'incubo delle quarantene a scuola. Ma rispetto agli ultimi 2 anni, quando bastava un solo caso di alunno o studente positivo, per far scattare la dad (didattica a distanza) ora ci saranno regole differenti e ci vorranno almeno 2 allievi positivi per lasciare a casa i non vaccinati e 3 casi di positività per far restare a casa tutta la classe "vaccinati e no".

Un sistema complesso che dovrebbe però garantire un minor ricorso alla dad e più lezioni in presenza "premiando" gli studenti che hanno il green pass legato alle vaccinazioni effettuate. 

Le nuove regole

Niente dad se c'è un solo positivo, se sono due quarantena "selettiva" a seconda si sia vaccinati o meno, e si resta tutti a casa se i casi sono almeno tre. Le nuove indicazioni per la gestioe dei contagi in classe, redatte dall'Istituto Superiore di Sanità, ministeri della Salute e dell'Istruzione con il contributo delle Regioni, sono in discussione da un mese e dovrebbe avere il disco verde a breve, tra domani e dopodomani.

Tamponi molecolari o rapidi?

Per salvaguardare il più possibile l'anno scolastico in presenza, in caso di contagi, il ricorso alla didattica a distanza verrà calibrato, e si darà peso a test e tracciamento: valgono il molecolare, quello rapido, o con prelievo salivare e analisi molecolare. Andranno effettuati il prima possibile e dopo cinque giorni, oltre che al termine dell'eventuale quarantena.

Il protocollo e dubbi

Il protocollo per le quarantene, invocato da settimane, e che "finalmente vede la luce", per il presidente dell'Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli è un passo avanti, ma - avverte - le scuole non dovranno fare tutto da sole. Anche secondo la Cisl Scuola, il dirigente scolastico può individuare i contatti scolastici ma non può autonomamente indicare le disposizioni da intraprendere; e c'è anche il nodo privacy: non può sapere se i dipendenti o gli alunni sono vaccinati o meno e da quanto. Secondo la segretaria generale Maddalena Gissi, poi, si pone anche una questione di metodo: prima dell'ok serve una riunione del Tavolo Nazionale Permanente sulla sicurezza sul protocollo con le parti sociali.

Elementari, medie e superiori: regole diverse

Il protocollo sarà diverso a seconda della fascia d'età degli alunni, tenuto conto che sotto 12 anni non esiste al momento vaccino, e che per i più piccoli, fino a sei anni, non è prevista nemmeno la mascherina in classe. Per questo la bozza in esame elenca la possibile casistica. In presenza di un caso positivo, i compagni di classe faranno un test subito e uno dopo 5 giorni, nel caso di due positivi i vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi faranno la sorveglianza con testing, i non vaccinati la quarantena; nel caso di tre positivi andrà in quarantena tutta la classe

In caso di positività di uno studente, gli alunni che hanno frequentato la stessa classe del caso positivo, sono sottoposti a tampone: se negativi, possono restare in classe, ripetendo il tampone a distanza di 4-5 giorni.

Il tampone per i compagni del positivo va fatto "appena possibile" specifica l'Istututo superiore di Sanità e "comunque nelle 48 ore successive all’identificazione del caso indice". In caso di un altro positivo, gli alunni vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi saranno sorvegliati con i test, gli altri dovranno andare in quarantena. Se nell'arco dei controlli con i test si trova un terzo positivo allora scatta la quarantena per tutta la classe.

Gli insegnanti

Anche per i docenti ci sarà un discrimine tra vaccinati e non, e si dovrà tenere anche contro delle misure di prevenzione adottate. Gli insegnanti che hanno svolto attività nella  classe del positivo, e sono vaccinati, sono sottoposti a tampone, possono rientrare a scuola subito se negativi; se non vaccinati o negativizzati negli ultimi sei mesi, andranno in quarantena. Per i primi il tampone si ripete dopo 4-5 giorni, per gli altri dopo dieci. Gli altri operatori scolastici che hanno svolto attività nella classe del positivo, vengono semplicemente tenuti sotto controllo con un tampone, da ripetere dopo 4-5 giorni. Mentre le altre classi non sono interessate dalla procedura.

Gli asili

Un caso ancora diverso è quello dei servizi dell'infanzia: per i più piccoli (0-6 anni) è prevista una quarantena di dieci giorni, al termine dalla quale dovranno effettuare un test.

Educatori e altri operatori scolastici rispetteranno una quarantena che va da 7 a 10 giorni se si è vaccinati (nel primo caso) o no. Il provvedimento riguarderà solo la classe e non le altre sezioni. Se invece è positivo un educatore o un operatore, gli alunni dovranno sempre stare in quarantena per 10 giorni, gli educatori, se vaccinati o negativizzati nei sei mesi precedenti, non dovranno rispettare quarantena, ma sottoporsi ad un test, da ripetere dopo 4-5 giorni.Se invece non sono vaccinati né hanno mai contratto il Covid, dovranno rispettare la quarantena e, prima di rientrare dopo 10 giorni, sottoporsi ad un tampone. "Gli altri operatori scolastici che hanno svolto attività interrelate al gruppo del positivo, o altre sezioni o gruppi della stessa scuola, non dovranno fare niente".

Terza dose per i docenti

Intanto prende corpo l'ipotesi di assegnare al personale scolastico una corsia preferenziale per la terza dose. È una priorità, conferma il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: "È stato fatto per i sanitari e come loro docenti e operatori delle scuola lavoro in ambienti a rischio». Se si considera un intervallo di sei mesi tra la seconda e la terza dose, i richiami da qui alle prossime tre settimane potrebbero interessare una platea potenziale di 300-350mila docenti. Tanti erano al 21 maggio, secondo il report del governo a quella data, i lavoratori della scuola immunizzati (molti con Astrazeneca), su circa 1,4 milioni. Alla stessa data in 1.162.767 avevano fatto almeno una dose. 

Le indicazioni dell'Oms

"Il nostro messaggio è chiaro: l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) Europa chiede che le scuole rimangano aperte questo inverno, con adeguate misure di prevenzione e risposta, poiché la regione segnala da 4 settimane consecutive una crescente trasmissione di Covid-19, unica regione Oms" ad avere questa tendenza, e infatti l'area pesa per il 57% dei nuovi casi registrati globalmente nel mondo nella terza settimana di ottobre. E' il monito che arriva dall'ufficio regionale dell'agenzia Onu per la salute.

"Scuole ultime a chiudere"

"La scorsa settimana, con l'inverno che si avvicina rapidamente, più della metà dei 53 paesi della Regione europea ha riportato un marcato aumento dei tassi di infezione da Covid in tutte le fasce d'età - evidenzia l'Oms Europa in una nota - Mentre i nuovi casi sono aumentati del 18% nella regione, altre 5 regioni Oms hanno riportato un calo". Questa situazione "ha innescato risposte da parte delle autorità nazionali e locali". Se "un totale di 45 paesi e territori" nell'area europea "raccomandano che le scuole rimangano aperte per le lezioni in presenza con attività di prevenzione e controllo dei contagi, 7 Paesi hanno optato per la chiusura totale o parziale degli istituti, a livello nazionale o subnazionale, mentre 2 raccomandano l'apprendimento a distanza".  Oms Europa lancia dunque un appello: "Se e quando verranno imposte restrizioni per ridurre o controllare la trasmissione di Sars-CoV-2, le scuole dovrebbero essere gli ultimi luoghi a chiudere i battenti e i primi a riaprire, insieme a adeguate misure di prevenzione delle infezioni. In breve: interrompere l'istruzione dei bambini dovrebbe essere l'ultima risorsa". Brucia ancora il ricordo degli ultimi due anni scolastici caratterizzati un po' ovunque da lunghi periodi con aule deserte e banchi vuoti e Dad a singhiozzo. "La diffusa chiusura delle scuole dell'anno scorso, che ha interrotto l'istruzione di milioni di bambini e adolescenti, ha fatto più male che bene, soprattutto al benessere mentale e sociale dei bambini. Non possiamo ripetere gli stessi errori", incalza Hans Kluge, direttore regionale dell'Oms Europa