Lockdown totale, il virologo Pregliasco dice no

L'esperto dell'università Statale: "Cittadini provati, meglio provare a rivedere i parametri delle chiusure"

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Milano, 15 febbraio 2021 - Italia in lockdown come suggerito da Walter Ricciardi? Il virologo dell'università degli studi di Milano Fabrizio Pregliasco dice no. "Da un punto di vista scientifico - afferma l'esperto - sono d'accordo con Ricciardi", rispetto al fatto che una chiusura drastica di tre settimane o, addirittura, di un mese fermerebbe sul nascere la 'rimonta' di Sars-CoV-2, aiutata anche dal diffondersi della più contagiosa variante inglese. "Credo però che un lockdown totale sia difficile da proporre dal punto di vista dell'opportunità politica e del disagio e della ribellione sociale che si rischierebbe", osserva Pregliasco. Per lo specialista è meglio tentare prima una via "più accettabile", provare a "rivedere i parametri" su cui far partire le chiusure. "Le persone - ammette Pregliasco, parlando con l'Adnkronos Salute - sono provate dalla lunga maratona" di chiusure a zone e aperture a scatti, "a cui il virus ha costretto tutti noi. I risultati sono stati importanti, intendiamoci, perché il metodo dell'Italia a colori ci ha permesso ad oggi tutto sommato di mitigare la diffusione di Covid-19. Non siamo riusciti ad arrivare al controllo dell'epidemia, che era la speranza con cui si era partiti". Un colpo di freno che, forse, sarebbe possibile solo con un lockdown ultrarigoroso, come suggerito da Ricciardi, consigliere del ministro della Sanità Roberto Speranza. A carissimo prezzo, però, in un momento di grande difficoltà per molte categorie, a partire dai titolari degli impianti di risalita, bloccati dall'ultimo provvedimento firmato dall'esponente del governo Draghi. "Rispetto al lockdown puro è stato possibile solo rallentare la velocità di circolazione del virus - prosegue Pregliasco - ma non dimentichiamo che in questo modo è stata garantita alle persone che si stanno ammalando la miglior condizione possibile, perché la situazione attuale vede la presenza di un 30% circa di occupazione dei reparti, ancora accettabile". Meglio, quindi, per il virologo della Statale, puntare su una strategia più morbida ma allo stesso momento più flessibile e rapida nell'adattarsi ai cambiamenti della situazione pandemia. "A mio avviso - aggiunge quindi Pregliasco - forse sarà necessario rivedere i parametri di aperture e chiusure, essere più flessibili. Perché, si sa, quando una regione va nella fascia gialla, il rischio di perdere i progressi ottenuti c'è. Vediamo se saranno fattibili interventi chirurgici, zone rosse come l'Umbria, da far scattare in  base a valutazioni più stringenti".