Da Delta a Omicron 2, il rischio Long Covid non cambia. Ecco perché

L'ultima variante è più contagiosa ma meno letale però gli effetti dopo il contagio probabilmente rimarranno, "nebbia mentale " compresa

Gli effetti del Long Covid fra bambini e adolescenti (Archivio)

Gli effetti del Long Covid fra bambini e adolescenti (Archivio)

Omicron 2 sembra essere più "leggera" come effetti ma sul fronte del Long Covid il rischio resta sempre lo stesso. Questa l'analisi di Mario Clerici, docente di immunologia dell'università degli Studi di Milano e direttore scientifico della Fondazione Don Gnocchi,

"La variante Omicron 2 è in circolazione da poco. Ma stanno cominciando a uscire dei dati su come si comporta questo mutante di Sars-CoV-2 rispetto ai precedenti. Ho letto un paio di studi al riguardo che dicono tutti che sembra agire come Omicron 1, quindi come un'infezione delle vie aeree alte. Con una contagiosità più elevata, perché si replica non nei polmoni ma nella trachea, nella gola. Quindi più vicino alla 'via d'uscita'.  La sintomatologia fondamentalmente  non sembra essere differente all'interno della 'famiglia Omicron".

Diverso invece è il discorso per quanto riguarda il Long Covid. Sugli eventuali strascichi della malattia, puntualizza l'immunologo, "ancora non sappiamo molto. Anche per quanto riguarda la cosiddetta nebbia mentale di cui si è parlato molto in relazione a Covid, "E' troppo presto per dire se ci sia una differenza in era Omicron in questo senso. Sembra che le sequele siano sovrapponibili". Il rischio di long Covid resta praticamente lo stesso

Long Covid
Long Covid

E sui rischi di rimanere intappolati nel Long Covid, che non risparmierebbe neppure i più giovani, interviene anche Salute Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano. "La pandemia non è finita. Se si può stare lontani da Sars-Cov-2 è un'ottima cosa, sia per gli anziani e i fragili, che rischiano ancora, ma anche per i giovani che possono andare incontro al long  Covid. Uno strumento per stare alla larga - imperfetto, ma importante - è la mascherina. E in particolare la Ffp2". 

Nebbia mentale post Covid Può durare anche un anno

Ricoveri

Ricoveri, visite e accertamenti da recuperare ma anche pazienti affetti da "long Covid" da continuare a seguire. Strascichi anche importanti che in media interessano intorno al 15% dei guariti, con il 41,7% delle strutture che indica una percentuale tra il 5 e il 10% di long Covid, che sono pero' tra il 10 e il 20% nel 33,3% dei casi, tra il 20 e il 30% dei guariti nell'8,3% degli ospedali, mentre soltanto il 16,7% ha rilevato meno di un 5% di long Covid. Lo afferma la surey del Fadoi, Federazione degli internisti ospedalieri, condotta su 19 regioni.(AGI)

I disturbi

I disturbi prevalenti sono: stanchezza cronica, accusata dal 79,2% dei guariti, difficoltà respiratorie ( 62,5%), "nebbia cerebrale" ( 20,8%), mentre il 16,7% ha accusato problemi neurologici e una stessa percentuale cardiaci. Ben l'87,5% degli ospedali ha comunque attivato servizi dedicati ai pazienti long  Covid, nella maggior parte dei casi ambulatori dedicati, con possibilita' di eseguire follow up. "Dati - afferma il presidente del Fadoi Dario Manfellotto - che testimoniano lo sforzo compiuto dagli ospedali e in particolare dai reparti di medicina interna, per non lasciare soli i tanti pazienti che accusano complicanze anche a distanza di mesi dalla guarigione".