Long Covid, ecco come debolezza e confusione mentale restano per settimane dopo il virus

Molti gli strascichi anche importanti che in media interessano intorno al 15% dei guariti, secondo la Federazione degli internisti ospedalieri

I sintomi del Long Covid perdurano per molte persone

I sintomi del Long Covid perdurano per molte persone

Sintomi che perdurano anche dopo il tampone negativo. Stanchezza, astenia, fatica nella concentrazione. Insomma, una specie di nebbia mentale che confonde le idee, ma anche dolori al petto, palpitazioni e difficoltà respiratorie. Sono gli effetti del long Covid, che si stanno manifestando con le nuove varianti. Strascichi anche importanti che in media interessano intorno al 15% dei guariti, secondo la Federazione degli internisti ospedalieri (Fadoi), che ha condotto  un’inchiesta in 19 regioni.

I disturbi prevalenti sono: stanchezza cronica, accusata dal 79,2% dei guariti, difficolta‘ respiratorie (62,5%), “nebbia cerebrale“ (20,8%), mentre il 16,7% ha accusato problemi neurologici e una stessa percentuale cardiaci. Ben l‘87,5% degli ospedali ha comunque attivato servizi dedicati ai pazienti long Covid, nella maggior parte dei casi ambulatori dedicati, con possibilita‘ di eseguire follow up. 

 Anche l’Istituto superiore di sanità cita alcuni studi in materia. Per l’Oms, ad esempio, un quarto di coloro che hanno avuto il Covid manifestano sintomi dopo quattro-cinque settimane. La prevalenza calcolata nel Regno Unito è invece del 13% ma si tratta di un’analisi dei casi a 12 settimane dall’infezione. L’Università di Milano e l’Istituto Mario Negri hanno studiato i dati dei pazienti assistiti in Lombardia osservando che circa un terzo dei ricoverati, cioè di coloro che hanno avuto una forma più grave di malattia, presenta ancora dei sintomi dopo un anno.

Ma chi ne soffre in particolare? A essere più colpiti dal Long Covid sono le donne, gli anziani, le persone sovrappeso o obese e appunto chi è stato ricoverato. E più sono le patologie preesistenti di chi è finito in ospedale, più gravi sono le conseguenze. Sempre secondo l’Istituto, il sintomo chiave resta  la debolezza, “importante e persistente” ma in alcuni casi si prifilano anbche anche l’anoressia, la febbre che ritorna, dolori di vario tipo e la stanchezza mentale, con difficoltà di concentrazione e problemi di memoria. 

Secondo l’Oms dunque  almeno un quarto delle persone che hanno contratto il Covid continua a manifestare sintomi anche dopo quattro o cinque settimane.   In uno studio targato Gb si parla della persistenza dei sintomi a 12 settimane dall’infezione nel 13% dei casi. Secondo l’Università di Milano e l’Istituto Mario Negri, in base a uno studio che ha preso in esame solo pazienti che hanno contratto la malattia in maniera più grave, quindi con ospedalizzazione, alcuni sintomi sono riscontrabili anche a un anno di distanza.

Il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, lancia infine l’allarme anche sul long covid tra i bambini: “Da medico, se ci fosse un vaccino per la fascia sotto i 5 anni io ai miei figli lo farei. E` sempre meglio che anche i piccoli non si prendano il virus. Esiste un long covid pediatrico, purtroppo ci sono stati bambini in terapia intensiva e anche dei decessi in quella fascia d`età. Per la fascia pediatrica per cui il vaccino esiste l`invito è di vaccinarsi perché questo virus continuerà a circolare ed entrerà di diritto nei virus che ogni anno possono creare problemi, sperando sempre meno gravi”.