Trieste, muore di Covid anche il suocero del no vax che aveva cercato di curarsi a casa

Dopo Igor Devetak, imprenditore di 50 anni, è venuto a mancare anche Luigi Palcich

Igor Devetak

Igor Devetak

Treiste - Le complicazioni del Covid, le convinzioni no vax e la certezza che le cure domiciliari fossero sufficienti: un mix fatale che a Trieste ha ucciso due persone della stessa famiglia. Dopo Igor Devetak, 50 anni, proprietario di un bed and breakfast molto apprezzato nella zona di Padriciani, sul Carso, morto il 19 novembre, a perdere la vita oggi è stato il suocero Luigi Palcich, 75 anni, ex vigile urbano. A raccontare la loro storia è il Piccolo. 

Come detto, sia Devetak sia suo suocero erano contrari al vaccino. Una volta contratto il virus, volevano curarsi da soli e affrontare così la battaglia contro la malattia, facendo ricorso a presunte cure domiciliari. Ma le cose sono andare nel verso sbagliato prima per il più giovane, il genero. Poi per il suocero, morto ieri. 

A metà novembre Igor Devetak, 50 anni, era risultato positivo al Covid. Aveva provato a curarsi da solo, ma a causa di complicazioni - come avevano riferito allora i sanitari - era morto. La mattina del 19 novembre i soccorritori del 118 avevano provato a rianimarlo a lungo, ma senza esito. L'uomo era morto in seguito a un arresto cardiaco. In famiglia intanto il virus si era diffuso. A pochi giorni di distanza dalla sua morte il suocero, Luigi Palcich, era stato ricoverato d'urgenza all'ospedale di Cattinara, perché aveva manifestato evidenti sintomi legati al contagio. Ieri poi la morte.

I due uomini risiedevano, con le rispettive famiglie, in due case poco distanti l'una dall'altra. Devetak, gestiva un bed and breakfast ed era titolare di una piccola impresa. Aveva due figli piccoli. No vax convinto, come ricorda oggi il quotidiano Il Piccolo, fino all'ultimo aveva minimizzato i pericoli collegati al virus.

Nel quartiere di Padriciano si registra la presenza di un nutrito gruppo di persone contrarie al vaccino, a fronte di buona parte della popolazione pronta a seguire le direttive delle autorità sanitarie. E ciò mentre il contagio cresce. Da lunedì il Friuli Venezia Giulia è tornato in zona gialla e Trieste, una delle principali piazze della protesta no Green pass, anche nella settimana dal 24 al 30 novembre - come rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe - risulta la provincia in Italia con la maggior incidenza di casi per 100 mila abitanti, 635.