Mascherine al chiuso, quando si tolgono? La data c'è, ma una proroga non è esclusa

Confronto aperto nel governo: fondamentali i dati del contagio. La comunità scientifica: "Rinviare l'addio"

Per ora c'è una data di fine dell'obbligo. Ma sull'uso delle mascherine al chiuso il dibattito è ancora aperto. E nei due anni e rotti di questa pandemia abbiamo imparato a capire che marce indietro e ripensamenti sono all'ordine, a seconda dell'evoluzioni del contagio. Anche ieri, venerdì 1 aprile, il ministro alla Salute Roberto Speranza, da sempre esponente dell'ala dei prudenti sui temi di restrizioni e disposizioni a contrasto del Covid-19, lo ha ribadito: di certo nei luoghi al chiuso il dispositivo di protezione individuale per eccellenza andrà indossato almeno fino al 30 aprile, nonostante la fine dello stato di emergenza. E sulla conferma del definitivo addio (ma, allo stesso tempo, sulla possibiltà di una proroga dell'obbligo) ha rilasciato una dichiarazione piuttosto chiara: "Valuteremo l'andamento e decideremo, ma oggi - è stato l'avvertimento dell'esponente del governo Draghi - dico che la mascherina è ancora essenziale per contrastare il virus".

Non è esclusa, quindi, una proroga dell'obbligo. Considerato che i casi Covid, attualmente, restano sempre ben oltre quota 50mila (ma l'arrivo del bel tempo potrebbe aiutare nel calo della curva) e che il virus negli ambienti chiusi trova uno dei suoi migliori spazi per la diffusione. Nel governo il dibattito è già aperto, con un occhio all'andamento delle curve di contagi e ospedalizzazioni ma anche con la consapevolezza che l'addio defintivo alle mascherine è tappa imprescindibile per il ritorno alla normalità annunciato dal presidente del consiglio Mario Draghi nelle scorse settimane.

Se, quindi, il ministro Speranza continua a raccomandare prudenza e a considerare l'impiego di chirurgiche e soprattutto Ffp2 un mezzo di difesa fondamentale contro il contagio, un suo collega nel dicastero alla Salute, il sottosegretario Andrea Costa, pur consapevolissimo dell'importanza delle mascherine, ha rilanciato sempre ieri, venerdì 1 aprile, l'impegno a valutare con attenzione lo stop definitivo ai "visi coperti". In un intervento su Sky tg 24 Costa ha detto che "l'obiettivo del governo è arrivare all'1 maggio e non prevedere più la mascherina, anche nei locali al chiuso: ci sono le condizioni per raggiungerlo. Ci possono essere situazioni particolari dove sarà ancora consigliato o previsto al chiuso, ma anche questo è un segno di ritorno alla normalità e dobbiamo veicolare messaggi di fiducia e positività a chi si è vaccinato". 

Se nella squadra del premier Mario Draghi il confronto è apertissimo, la comunità scientifica sembra molto più dubbiosa sull'addio alle mascherine al chiuso. Negli ultimi giorni, in contemporeanea con lo stop allo stato d'emergenza, si sono moltiplicate le dichiarazioni sul valore delle mascherine negli ambienti chiusi come protezione dal contagio. Walter Ricciardi, consulente dello stesso ministro Speranza, docente all'università Cattolica, non ha usato mezzi termini: "Nel piano del Governo c'è la possibilità di togliere le mascherine al chiuso dal primo maggio - ha detto - Ma c'è anche la garanzia, sia dal parte del presidente del Consiglio sia da parte del ministro della Salute, di monitorare con grande attenzione la curva epidemica e decidere di conseguenza. In aprile monitoreremo quindi, ma mi sembra molto difficile poterla togliere, al chiuso, dal primo maggio".

Sulla stessa linea il virologo Roberto Burioni, che su Twitter. "Voi fate quello che volete - ha cinguettato - io se sono al chiuso in un ambiente affollato la mascherina (Ffp2) continuo a portarla. Al suo post ha aggiunto un'immagine tratta da uno studio dei Cdc americani che evidenzia come indossare una mascherina (N95/Kn95/Ffp2) al chiuso può abbassare la probabilità di risultare positivi al Covid dell'83%, la chirurgica del 66%, la mascherina di tessuto del 56%. Senza, invece, non c'è alcuna protezione.

E gli italiani cosa dicono? Il 63% secondo un'indagine di Demopolis ritiene che sia ancora troppo presto per eliminarle definitivamente a fine aprile anche nei luoghi al chiuso, nella convinzione che sarebbe preferibile mantenerla, ad esempio nei trasporti, a scuola o nei supermercati, fino ad una maggiore riduzione dei contagi.