La Lombardia rischia la zona gialla: quando e perché

La curva pandemica è in crescita, fra due settimane si potrebbe tornare a misure più restrittive

La Lombardia non si sente più così al sicuro. L'ipotesi di un Natale in zona gialla prende forma in queste ore osservando i numeri in risalita della pandemia. Un trend destinato senza dubbio a crescere nelle prossime due settimane, al termine delle quali potrebbe essere decretato l'addio alla zona bianca e il ritorno a misure anti-contagio più restrittive, con tutte le conseguenze del caso su lavoro, commercio e vita sociale. Tutto dipenderà da quanto cresceranno questi dati e dalla possibilità di contenerne l'aumento entro le fatidiche soglie che fanno scattare il declassamento

I parametri

Al momento, il declassamento in zona gialla si concretizza quando vengono superati tutti e tre i parametri critici individuati dal ministero della salute: incidenza superiore a 50 ogni 100mila abitanti, occupazione di oltre 15% dei posti letto nei reparti Covid, occupazioni di oltre il 10% dei posti letto nelle terapie intensive. Allo studio, in ottica contenitiva, anche l'ipotesi di fare valere solo quest'ultimo parametro ma per ora è solo un'indicazione che non raccoglie unanimi consensi.

L'incidenza

La Lombardia al pari di quasi tutte le regioni italiane ha già superato da settimane la soglia critica dell'incidenza: l'ultima rilevazione della cabina di regia di ministero salute e Iss relativo a due settimane fa ndicava un valore pari a 119,7 inferiore alla media nazionale di 125 ma nettamente superiore a 50. Negli ultimi giorni l'incidenza sarebbe già salita a 135 ed è inevitabile che da qui a metà dicembre sfori e non di poco quota 200. Da ricordare che solo Puglia e Basilicata sono al sicuro su questo fronte mentre Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, unica regione già in giallo, registrano rispettivamente 458,9 e 346,4.  

Ospedali

Le speranze di restare in zona bianca sono dunque affidate alla tenuta degli ospedali dove stanno aumentando il numero di ricoveri, sia nei reparti Covid che nelle rianimazioni. Le proiezioni dicono che nel primo caso verrà superata quota 15% - attualmente ci si attesta al 12% - a meno di una improabile inversione di tendenza nella prossima quindicina di giorni. Se così fosse, il fortino da difendere sono le rianimazioni che devono restare come ora sotto il 10% di letti occupati. L'aumento nell'ultima settimana (+ 30) è stato notevole, mitigato però da una crescita lieve nelle settimane precedenti. Ecco perché è fondamentale capire cosa succederà nei prossimi 7/10 giorni. A livello nazionale i dati dell'ultimo monitoraggio che però non scatta una fotografia in tempo reale attestavano che  il tasso di ricoveri ordinari piu' alto è in Valle d'Aosta (13,1%), Calabria (11,9%), Lombardia (11,2%) e Lazio (10,7%), con le terapie intensive ancora pero' abbastanza indietro rispetto al parametro del 10%.

Dalla zona bianca alla zona gialla: cosa cambia

L'ultimo bollettino

A ieri i nuovi positivi in Lombardia, la regione "maglia nera",  erano 2.49 contro i 1.926) del giorno precedente. Cinque i decessi, che portano il numero delle vittime complessive, in regione, a 34.349. Le persone ricoverate con sintomi, in Lombardia, sono 789 di cui 91 in Terapia intensiva, Nei reparti ordinari la soglia critica del 15% in termini assoluti si traduce in 985 posti letto sugli oltre 6.500 disponibili nei nosocomi lombardi. Nelle rianimazioni, invece, la soglia è 153 posti letto. Questi i nuovi casi suddivisi per provincia: Milano 855, Brescia 284, Varese 278, Monza e Brianza 212, Como 185, Bergamo 134, Pavia 106, Mantova 120, Cremona 51, Lecco 55, Lodi 53, Sondrio 72.