Lockdown totale contro le varianti: ecco cosa ne pensano i virologi

Gli esperti a confronto sull'adozione di misure drastiche per arginare il virus

Covid

Covid

Milano, 16 febbraio 2021 - La "bomba" è stata sganciata. "All'Italia serve un lockdown totale" contro la diffusione delle varianti Covid. La considerazione di Walter Ricciardi, consigliere del ministro Roberto Speranza ha scatenato – inevitabilmente – furenti polemiche, tra favorevoli e contrari. Anche nel modo scientifico. Il virologo Andrea Crisanti è tornato a ribadire la necessità di misure tempestive: "Ha fatto benissimo Walter Ricciardi a sollevare l'allarme" sulla necessità di fare un lockdown totale – ha spiegato, facendo anche riferimento a quanto accaduto un anno fa, all'inizio della prima ondata -. perché i politici anche nel passato si sono mossi sempre in ritardo, sempre". Sulla stessa linea anche Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive del Sacco: "Siamo tutti d'accordo che vorremmo riaprire tutto quello che si può aprire. Però io mi ritrovo ad avere il reparto invaso da nuove varianti, e questo riguarda tutta quanta l'Italia e fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri. Questa è la realtà attorno alla quale è inutile fare ricami". Per Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, "se fossero confermati i dati dell'ultimo studio britannico della London School, che stima un rischio di morte più alto del 58%, assisteremo sicuramente a un aumento anche importante dei contagi, probabilmente anche dei decessi e dei ricoveri. Sono stime ancora approssimative, ma ci dicono che dobbiamo tenere più alta l'attenzione".

Il professore Matteo Bassetti, direttore di malattie infettive del san Martino di Genova, punta il dito sulle tempistiche: rispetto alle chiusure, "le misure da rafforzare dovevano essere messe in campo anche prima - sferza Bassetti - le varianti andavano contenute tre mesi fa, con lo studio e il sequenziamento. Quanti sono i laboratori che lavorano su questo? Pochi. Quando annunciamo un lockdown bisogna ricordare cosa è stato lo scorso anno e su quali basi lo abbiamo attivato: condizioni totalmente diverse rispetto ad oggi". Per Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano "Un lockdown severo oggi, se certamente potrebbe apportare dei benefici in termini di prevenzione della circolazione delle nuove varianti" di Sars-CoV-2, "sarebbe un disastro dal punto di vista psicologico, sociale nonché economico".

Il nostro speciale dedicato all'anno di Covid