Green pass obbligatorio anche per colf, baby sitter e partite Iva. Le regole del decreto

Via libera al provvedimento che sarà in vigore dal 15 ottobre

Green pass

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Il Consiglio dei ministri ha approvato all'unanimità il decreto che estende l'obbligo di green pass a tutti i lavoratori del settore pubblico e privato.  Nonché per le colf, le baby sitter, le badanti. Ma anche per chi lavora a partita Iva, per chi presta occasionalmente un servizio, si pensi solo all'elettricista o all'idraulico. Stessa richiesta per deputati e senatori. Passa da qui l'ultima accelerazione del governo Draghi per spingere una campagna vaccinale giunta all'ultimo miglio. Ma è il miglio più complicato da coprire, perché c'è da convincere lo zoccolo duro, non solo i no-vax ma anche i più timorosi. Un dl "necessario per continuare ad aprire il Paese", le parole con cui il premier Mario Draghi ha accompagnato il via libera del Cdm alle misure. L'obbligo entra in vigore ovunque si possa controllare.

Alle 10.30, puntuale, a Palazzo Chigi è iniziata la cabina di regia. Subito prima, alle 9, il premier Mario Draghi ha visto i ministri Daniele Franco e Roberto Cingolani per fare il punto sulle misure necessarie per scongiurare il rincaro delle bollette: lo stop alla stangata arriverà, ma solo nel prossimo Cdm. Poi il dossier green pass. Tutti d'accordo, in cabina di regia, sulla necessità di estendere l'obbligo al pubblico e al privato: il testo viene approvato all'unanimità. Mano tesa anche al fronte sindacale -ieri i leader di Cgil, Cisl e Uil sono stati ricevuti a Palazzo Chigi- calmierando i prezzi dei tamponi: scenderanno a 8 euro per gli under 18 e a 15 per tutti gli altri, anche in farmacia. A illustrare le misure i ministri Brunetta, Speranza, Orlando e Gelmini. Il responsabile della Pubblica amministrazione, che tanto ha voluto la norma senza mai cedere di un millimetro, ha parlato di "una strategia universalistica" che toccherà "tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato, dipendente e autonomo, un insieme di 23 milioni di lavoratori".  In estrema sintesi, il decreto prevede, per chi è senza passaporto vaccinale, la sospensione dal lavoro e lo stop allo stipendio sin da subito nel comparto privato, dopo 5 giorni nella PA, pur preservando il posto di lavoro: i 'no green pass' non rischiano il licenziamento. Ma potrebbero incorrere in multe da 600 a 1.500 euro se sfuggono ai controlli: le sanzioni sono messe nero su bianco nel dl per i 'furbetti' beccati in fabbrica o in ufficio senza passaporto vaccinale.

"Il criterio base seguito da Draghi, che ha avuto il nostro consenso, è di volere l'applicazione del green pass ovunque fosse possibile controllare, quindi nei posti di lavoro. Dove c'è una porta di accesso si applica il green pass. Se il professionista è un lavoratore autonomo è tenuto al green pass, poi si regolerà con i suoi clienti in ragione a specifici protocolli previsti per la sua professione" ha detto il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.  "Il criterio è stato dove era possibile controllare, dove non è possibile ancora controllare come sui trasporti locali evidentemente non è ancora implementata l'obbligatorietà del green pass. Il green pass così esteso è per riaprire le città, le attività economiche, i servizi ai citadini, per avere più crescita e normalità", ha concluso. 

Come detto anche categorie che potevano sembrare fuori dall'obbligo di passaporto vaccinale in realtà sono incluse nel pacchetto di misure. Tra questi anche colf e baby sitter, ma anche Partite Iva e lavoratori che offrono i loro servizi occasionalmente, come idraulici ed elettricisti. L'obbligo di Green pass per l'ingresso nei luoghi di lavoro vale per tutti i lavoratori privati, inclusi  quindi gli autonomi e i collaboratori familiari, spiegano fonti di governo. L'obbligo dunque si applicherà ad esempio all'idraulico o all'elettricista che svolga il suo lavoro nel pubblico e nel privato, ma anche a colf e badanti. La norma dispone infatti che "chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell'accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire su richiesta la certificazione verde". ''Estendere l'obbligo del Green pass anche ai lavoratori del comparto domestico ci sembra una scelta giusta e coerente con il percorso che ha intrapreso il Governo, a cui da mesi chiediamo di varare un provvedimento che includa anche colf, badanti e baby sitter. Solo con il Green pass possiamo tutelare veramente le persone fragili, la casa, la famiglia ed i lavoratori stessi'' ha detto Andrea Zini, Presidente di Assindatcolf, Associazione nazionale dei Datori di lavoro domestico.