Covid, esclusi quelli di controllo, due tamponi su tre sono positivi

I dati mostrano un contagio senza precedenti: tra le persone testate per la prima volta il tasso di positività è tra il 60 e l’80 per cento

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Con il diffondersi della variante Omicron, il contagio da Sars-Cov-2 ha raggiunto un picco mai raggiunto in Italia. Negli ultimi giorni, secondo i dati della Protezione civile, tra le persone testate per la prima volta, circa due su tre erano positive. Se escludiamo i tamponi di controllo per monitorare il decorso della malattia, l’indice di positività il primo gennaio era all’80,7 per cento, mentre il 2 gennaio era al 60,5 per cento.

Neanche durante la prima ondata il rapporto tra casi positivi e casi testati aveva raggiunto cifre così alte. Questo indica che il numero ufficiale di contagi, benché altissimo, potrebbe essere largamente sottostimato. Anche secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, i dati devono essere interpretati tenendo conto dei limiti della sorveglianza.

In altre parole, se due terzi delle persone testate per la prima volta sono positive, quelle positive non testate potrebbero essere molte di più. Già due settimane fa, il professore di Statistica dell’università Lumsa di Roma Antonello Maruotti, ha fatto notare che i numeri "sui casi di Omicron sono sottostimati anche in ragione della poca duttilità dei dati. Siamo passati da un andamento lineare con incrementi di circa il 20 per cento su base settimanale ad un incremento di circa il 40 per cento”. Negli ultimi sette giorni, questo aumento è stato di oltre il 160 per cento.

La situazione è simile anche in altri Paesi europei. Il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach ha fatto sapere che “il numero di nuovi casi è stato sottostimato e che il tasso di incidenza effettivo delle infezioni è circa due o tre volte superiore alla cifra ufficialmente riportata”. Anche in Francia, dove il 31 dicembre si sono registrati 230mila casi, il ministro della Salute Olivier Véran ha spiegato che ogni secondo due persone risultano positive al Covid-19.

Secondo gli studi pubblicati fino a questo momento, i sintomi causati dalla variante Omicron sono più lievi rispetto a quelli delle precedenti varianti. Inoltre, i vaccini, benché non proteggano dal contagio, riescono a prevenire le forme gravi della malattia (soprattutto la terza dose). Per questo l’attuale ondata pandemica, benché diffusa sia da vaccinati che da non vaccinati, provoca i danni maggiori soprattutto sui non vaccinati.

L’incidenza dei contagi, dei ricoveri e dei decessi tra i non vaccinati è molto, molto più alta rispetto all’incidenza della popolazione immunizzata. Questa ondata, per il momento, non ha messo in crisi il sistema sanitario, ma un aumento vertiginoso dei casi potrebbe alzare molto la pressione sugli ospedali, provocando un aumento altrettanto rapido dei decessi.