Covid, nuove restrizioni allo studio del Governo: quali sono e cosa può cambiare

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato la Cabina di regia il 23 dicembre: sul tavolo diverse ipotesi per inasprire la battaglia contro il virus

Natale ai tempi del Covid

Natale ai tempi del Covid

Roma, 20 dicembre 2021 - Il conto alla rovescia è partito: giovedì 23 dicembre a Palazzo Chigi si terrà la riunione della cabina di regia sul Covid-19 presieduta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. Poi è previsto un Consiglio dei ministri. Si pensa a nuove misure per contrastare la variante Omicron, anche perché l'Italia rischia di passare presto in zona arancione.  L'ipotesi di ingresso in vigore del nuovo decreto potrebbe essere lunedì 27 dicembre: verrebbe ridotta la validità del Super Green Pass in quando le misure in campo parlano di obbligo mascherine all’aperto, tamponi obbligatori (anche per vaccinati) per “grandi eventi” e potenziale  estensione dell’obbligo vaccinale per altre categorie di lavoratori. In vista del Capodanno il Governo valuta se inserire l’obbligo di tampone negativo per accesso a discoteche, feste ed eventi di piazza, mentre escluderebbe l’obbligo per ristoranti e bar, dove rimarrebbe dunque la regola del Super Green Pass obbligatorio.

Valuteremo la congruita' delle misure" anti-Covid in campo "facendo una riflessione con i nostri scienziati", ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza. Sicuramente ogni provvedimento sarà valutato a partire dai dati sulla diffusione del coronavirus, ma anche sull'occupazione dei posti letto nelle Terapie intensive e di quelli in reparti ospedalieri non intensivi. La luce sarà puntata soprattutto sui nuovi casi dovuti alla variante Omicron che, come ha tenuto a sottolineare anche l’Organizzazione mondiale della sanità, è molto più contagiosa della Delta e raddoppia in 1,5 giorni. Saranno tenute presenti nelle varie valutazioni anche le situazioni registrate negli altri Paesi europei, e in particolare nel Regno Unito.

Covid, bollettino Italia e Lombardia del 20 dicembre

Riduzione validità Green pass

Sul tavolo della Cabina di regia ci sarà l’ipotesi di ridurre la durata della validità del Green pass. La durata della certificazione verde è già stata riportata da un anno a nove mesi. Gli esperti sostengono, però, che la validità dovrebbe essere in linea con l’effettiva protezione che dà il vaccino anti-Covid, visto che già dopo cinque o sei mesi si rileva una diminuzione nella protezione offerta dal vaccino. Sul piatto la riduzione della validità a sette o mesi. "Bisogna adeguare il passaporto verde alla protezione. Se questa diminuisce - ha spiegato o Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza a Metropolis - ed è necessario fare la terza dose, bisogna dare il green pass solo a chi fa la terza dose. Oppure deve essere ridotto il tempo per cui viene rilasciato e la sua validità". L’altra ipotesi è che il rilascio della certificazione verde sia ancorata alla somministrazione della terza dose.

Obbligo vaccinale

Alla riunione potrebbe essere valutata una eventuale ulteriore estensione dell'obbligo vaccinale a particolari categorie di maggiore contatto col pubblico. Per esempio alla pubblica amministrazione, oppure l'estensione del certificato verde in versione rafforzata negli stessi ambiti. Nel frattempo, cresce il fronte di quanti auspicano l'introduzione dell'obbligo vaccinale. "Le istituzioni dovevano prevederlo già a luglio o ad agosto, c'e' stata mancanza di coraggio", ha spiegato Francesco Boccia, deputato e membro della segreteria del Partito Democratico. Quella dell'obbligo vaccinale e', d'altra parte, una misura su cui il Pd si era gia' detto a favore con Enrico Letta: "Se non c'e' buon senso per la gestione del green pass obbligatorio allora bisogna arrivare all'extrema ratio, che e' l'obbligo del vaccino. Io ho sempre pensato che bisognava fare di tutto per evitarlo, ma l'extrema ratio c'e'", ripete da mesi il segretario. E oggi Debora Serracchiani, capogruppo dem alla Camera, ha confermato la linea: "Noi abbiamo sempre detto di essere favorevoli all'obbligo vaccinale come ultima ratio". "Personalmente sono convinto che si debba arrivare molto presto a questo, per contrastare tutte le varianti del Covid. Non ci sono ragioni giuridiche che impediscano d'introdurre tale obbligo", ha confermato anche il senatore Andrea Marcucci, non sempre in linea con la posizione del Nazareno. Dell'obbligo vaccinale è tornato a parlare anche l'assessore alla Sanita' del Lazio, Alessio D'Amato: "Il governo deve introdurlo. Nel Lazio abbiamo 400 mila persone senza vaccino, possono sembrare poche rispetto a una popolazione di sei milioni di abitanti, ma in termini assoluti e' un numero altissimo". Parole che ricevono un consenso trasversale visto che anche il deputato di Forza Italia, Gianfranco Rotondi ha detto: "Penso che l'assessore regionale del Lazio D'Amato abbia ragione:senza obbligo vaccinale non se ne esce. Sin dall'esordio della pandemia ho citato il precedente del colera del 1973 e con molto ritardo arriviamo a quella conclusione". E il senatore Udc, Antonio Saccone, sottoscrive: "E' giunto il momento di una scelta politica ed istituzionale importante: rendere obbligatorio il vaccino. Per tutti".

Obbligo mascherine all'aperto

Fra le possibilità c'è quella dell'estensione dell'obbligo dell'utilizzo delle mascherine anche all'aperto, come avviene ad esempio nelle regioni in zona gialla e come ha già stabilito in autonomia il Veneto. 

Obbligo tampone anche per i vaccinati

Allo studio anche la possibilità di richiedere un tampone, oltre al Green pass, per accedere a locali al chiuso particolarmente affollati, come le discoteche, i cinema, i teatri e per partecipare a eventi e feste. Questo potrebbe contribuire a rendere i luoghi pubblici simili a "bolle" a scarsa circolazione di Sars-cov2. Ma questa ipotesi suscita parecchie perplessità tra le forze politiche: "Introdurre il tampone anche per i vaccinati per accedere ai luoghi della cultura come cinema e teatri e' una misura da evitare in tutti i modi", ha detto Roberto Rampi, senatore e capogruppo pd in Commissione Cultura. E ha aggiunto: "La cultura ha una funzione primaria che va salvaguardata in ogni modo". Uno stop arriva anche da Fratelli d'Italia: "Imporre l'obbligo di tampone anche ai vaccinati per l'ingresso al cinema e a teatro segnerebbe il colpo di grazia per il settore dello spettacolo". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone.

Green Pass per i centri commerciali

Fra le misure allo studio c’è anche l’ipotesi di introduzione dell’obbligo di pass verde di base (tampone, vaccino o guarigione) per entrare nei centri commerciali. L’obiettivo sarebbe quello di ridurre gli assembramenti. L’alternativa sarebbe quella di puntare, invece, sugli ingressi contingentati.

Limite numerico per le feste

Fra le regole ci potrebbe essere anche quella di una reintroduzione del "limite numerico" di persone all'interno di abitazioni private durante questo periodo di festa.