Covid Italia, Gimbe: "Casi in crescita da 5 settimane, 18 province a rischio"

Preoccupa la situazione negli ospedali, dove sono aumentati i ricoveri e le terapie intensive. In ritardo i richiami del vaccino

Terapia intensiva Covid

Terapia intensiva Covid

Milano, 25 novembre 2021 -  E' quarta ondata Covid: il virus ha ripreso a correre in tutte le regioni d'Italia. Crescono del 27% infatti i nuovi casi settimanali, del 15,8% i ricoveri in ospedale, del 16,4% le terapie intensive e del 8,7% i decessi. A fornire il quadro è l'ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, che confronta i dati della settimana 17-23 novembre, rispetto alla precedente. "Per la quinta settimana consecutiva - spiega Nino Cartabellotta, presidente Gimbe - si conferma un incremento a livello nazionale dei nuovi casi settimanali, con una media mobile a 7 giorni più che quadruplicata".

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  • Le regioni, contagi e focola
  • Pressione sugli ospedali
  • Vaccini Covid
  • L'efficacia dei vaccini
  • La dose booster

Le regioni, contagi e focolai

In tutte le regioni, tranne la Basilicata, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, con variazioni che vanno dall'1,3% della regione Toscana al 124,3% della Valle d'Aosta. In 92 province si registra un'incidenza pari o superiore a 50 casi per 100.000 abitanti: in Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto tutte le province superano tale soglia. In 18 province si contano oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Trieste (674), Gorizia (492), Bolzano (442), Forlì-Cesena (311), Padova (274), Rimini (249), Aosta (248), Ravenna (214), Treviso (213), Venezia (213), Vicenza (200), Pordenone (186), Udine (183), Fermo (172), Ascoli Piceno (166), Belluno (162), La Spezia (162) e Imperia (160). Cartabellotta aggiunge che 'quando l'incidenza supera i 150 casi per 100mila abitanti gli amministratori locali devono verificare tempestivamente l'esistenza di focolai e decidere eventuali restrizioni mirate per arginare la diffusione del contagio, come già fatto dalla provincia autonoma di Bolzano'. In aumento anche i decessi: 437 negli ultimi 7 giorni (di cui 25 riferiti a periodi precedenti), con una media di 62 al giorno rispetto ai 57 della settimana precedente.

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Pressione sugli ospedali

 La responsabile ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe, Renata Gili, informa che 'sul fronte ospedaliero si registra un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +15,8% in area medica e +16,4% in terapia intensiva'. In termini assoluti, il numero di pazienti Covid in area medica è passato da 2.371 del 16 ottobre a 4.597 del 23 novembre 2021 (+93,9%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 560 del 23 novembre 2021 (+65,7%). A livello nazionale, al 23 novembre, il tasso di occupazione è dell'8% in area medica e del 6% in area critica, con notevoli differenze regionali: per l'area medica superano la soglia del 15% Provincia Autonoma di Bolzano (16%) e Friuli-Venezia Giulia (18%) che con il 14% supera anche quella del 10% per l'area critica. Il direttore operativo della Fondazione Gimbe, Marco Mosti, sottolinea che 'gli ingressi giornalieri in terapia intensiva continuano ad aumentare: la media mobile a 7 giorni è passata da 38 ingressi/die della settimana precedente a 48'.

Vaccini Covid

Capitolo vaccini. Sul fronte delle forniture, al 24 novembre (aggiornamento ore 06.11) risultano consegnate 101.693.473 dosi e le scorte di vaccini a mRNA si attestano a quota 8 milioni. Dopo 5 settimane di stop, sono riprese le consegne con 1,6 milioni di dosi di vaccino Moderna: secondo quanto dichiarato il 19 novembre dal Commissario Figliuolo si attendono entro la fine dell'anno ulteriori 7 milioni di dosi di vaccini a mRNA (4 milioni di Pfizer e 3 di Moderna), 'a cui si potranno aggiungere altri 2,5 milioni di dosi della riserva centralizzata'. Nell'ambito delle somministrazioni, al 24 novembre (aggiornamento ore 06.11) il 79,2% della popolazione (n. 46.928.704) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+34.657 rispetto alla settimana precedente) e il 76,7% (n. 45.435.706) ha completato il ciclo vaccinale. In lieve aumento nell'ultima settimana il numero di somministrazioni (n. 1.380.796), con una media mobile a 7 giorni di 207.593 somministrazioni/die. Nelle ultime 2 settimane il numero dei nuovi vaccinati si è stabilizzato intorno a 127mila, un numero che, seppure esiguo, dimostra che esiste ancora la possibilità di convincere gli indecisi. Degli oltre 7 milioni di persone non vaccinate, tuttavia, si 'muovono' troppo lentamente due fasce che preoccupano: da un lato 2,62 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall'altro 1,2 milioni nella fascia 12-19 che influiscono negativamente sulla sicurezza delle scuole.

L'efficacia dei vaccini

Gli ultimi dati dell'Istituto superiore di sanità evidenziano la riduzione dell'efficacia vaccinale dopo 6 mesi dal completamento del ciclo, confermando la necessità della dose di richiamo. In dettaglio: l'efficacia sulla diagnosi scende in media dal 74,6% per i vaccinati entro 6 mesi al 46,8% per i vaccinati da più di 6 mesi e l'efficacia sulla malattia severa scende in media dal 91,8% per i vaccinati entro 6 mesi all'82,1% per i vaccinati da più di 6 mesi. Se si parla di coperture, quelle con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d'età (dal 96,9% degli over 80 al 75,2% della fascia 12-19) così come le coperture con le terze dosi, che negli over 80 hanno raggiunto il 44,9%, mentre sono ancora al 13,3% nella fascia 70-79 e al 10,1% in quella 60-69 anni. Analizzando i dati relativi alla terza dose, emerge che al 24 novembre sono state somministrate 4.673.047 terze dosi, di cui 763.960 dosi aggiuntive e 3.909.087 di dosi booster, con una media mobile a 7 giorni che sfiora 170 mila somministrazioni al giorno.

La dose booster

Sempre dal monitoraggio Gimbe, risulta che in Italia sono "in netto ritardo i richiami" di vaccino anti- Covid, le dosi booster che "entro fine anno riguardano 22,6 milioni di persone". Anche se appaiono "in lieve aumento le somministrazioni quotidiane, per coprire le persone chiamate alla terza dose entro il 31 dicembre il ritmo dovrebbe salire a oltre 600mila somministrazioni al giorno".  La Fondazione Gimbe stima che, secondo le indicazioni ministeriali, le persone che possono ricevere entro fine 2021 la dose booster sono in totale 27,3 milioni: 15,19 mln di over 60 che hanno completato il ciclo con qualsiasi vaccino entro il 3 agosto; 822mila under 60 che hanno ricevuto il vaccino Johnson&Johnson entro il 3 agosto; 11,28 mln di persone con età compresa fra 40 e 59 anni che hanno completato il ciclo vaccinale con Pfizer, Moderna o AstraZeneca entro il 3 agosto. Per indisponibilità di alcuni dati, questi numeri potrebbero essere da un lato sottostimati (non è incluso il personale sanitario e gli ospiti di Rsa under 60), dall'altro sovrastimati (sono incluse le persone guarite da meno di 6 mesi e i deceduti appartenenti alle categorie sopra menzionate). Considerato che ad oggi sono già state somministrate 3,91 milioni di dosi booster e 764 mila dosi aggiuntive, entro il 31 dicembre dovrebbero essere somministrate sino a 22,62 milioni di terze dosi, pari a una media di oltre 610 mila somministrazioni al giorno.