Covid, minacce di morte agli esperti che parlano in tv o sui social

Da virologi, infettivologi, immunologi a star: i rischi per gli scienziati secondo il sondaggio Nature. Su 321 intervistati il 22% ha ricevuto messaggi intimidatori dopo aver espresso le proprie posizioni sul virus Sars CovII

Matteo Bassetti e le minacce ricevute sui social

Matteo Bassetti e le minacce ricevute sui social

In principio lavoravano in laboratori, ospedali, istituti di ricerca, lontano dai riflettori mediatici, spesso poco noti al grande pubblico. Poi è arrivato il Covid e virologi, ma anche immunologi, infettivologi, epidemiologi, igienisti, hanno iniziato ad apparire sempre più spesso in tv dispensando opinioni e consigli e di fatto trasformandosi in "star". Spesso attirando non solo critiche ma anche minacce, com'è successo a Matteo Bassettidiventato bersaglio dei no vax e messo sotto "scorta dinamica". Quello del direttore del reparto malattie infettive del San Martino di Genova, non è un caso isolato, come rivela un sondaggio Nature su 321 scienziati, da cui è emerso che il 15% ha subito minacce di morte e il 22% di violenza fisica o sessuale dopo aver parlato con i media o commentato sui social media le questioni relative al Covid.

Inoltre, più di un quarto degli intervistati ha affermato di aver ricevuto "sempre" o "di solito" commenti da troll o attacchi personali dopo aver parlato di Covid-19. Più del 40% ha sperimentato disagio emotivo o psicologico. Gli intervistati che hanno riferito di essere stati più frequentemente trollati online o di aver ricevuto attacchi personali hanno affermato che le loro esperienze hanno fortemente influenzato la loro volontà di parlare con i media in futuro. Alcuni intervistati anonimi hanno scritto di essere riluttanti a parlare di alcuni argomenti perché hanno visto gli abusi ricevuti da altri. Tuttavia, gli scienziati hanno generalmente apprezzato le loro interazioni con i media nonostante le loro esperienze. Nel complesso, l'85% dei ricercatori ha valutato il rapporto con i media durante la pandemia come "sempre" o "per lo più" positive; l'84% ha dichiarato di essere stato in grado di diffondere il proprio messaggio al pubblico; e il 63% ha affermato che parlare con i media è stato personalmente gratificante.

Il sondaggio di  Nature si basava sul sondaggio australiano ed è stato distribuito agli scienziati tramite e-mail dalle SMC del Regno Unito, Germania, Canada, Taiwan e Nuova Zelanda. Nature ha anche inviato il sondaggio per e-mail a ricercatori negli Stati Uniti e in Brasile che erano stati citati in modo significativo dai media. Circa tre quarti di tutti gli intervistati provenivano dal Regno Unito, dalla Germania o dagli Stati Uniti