Covid, Bassetti: "Non parliamo di quinta ondata". La quarta dose? "E' prematura"

Secondo il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova bisogna evitare di allarmare le persone

Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova (Dire)

Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova (Dire)

Genova - Secondo i dati forniti ieri dalla Cabina di regia ministero della Salute-Iss, si registra un incremento sia dell'indice di contagio Rt che passa da 0,75 della scorsa settimana a 0,83 - pur restando sotto la soglia di 1 - sia dell'incidenza che cresce dai 433 casi per 100mila abitanti del 18-24 febbraio ai 510x 100mila abitanti dell'ultima rilevazione del 25 febbraio-3 marzo. Insomma, gli indicatori sono in salita e la curva ha invertito la direzione. Ma da qui a parlare di quinta ondata, ce ne passa. Almeno secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. 

Evitare allarmismi 

"Evitiamo di allarmare la gente dicendo che va tutto male o parlando di quinta ondata" di Covid-19 "perché salgono solo i tamponi positivi. Tamponi positivi non vuol dire avere malati e soprattutto non vuol dire avere malati gravi".

"Cosa sta succedendo sul Covid in Italia? Bisogna preoccuparsi? Siamo di fronte all'inizio della quinta ondata? C'è stato negli ultimi giorni un aumento dei contagi legato soprattutto alla veloce circolazione virale tra i bambini tra i 5 e gli 11 anni, che sono ancora poco protetti in quanto non vaccinati in oltre il 50% dei casi - analizza l'esperto su Facebook - La situazione negli ospedali non desta alcuna preoccupazione, con una discesa che continua ormai da quattro settimane consecutive. Quindi?" Quindi vanno evitati allarmismi, avverte.  "Anche qui in Clinica - riferisce l'infettivologo - le cose vanno molto bene, con soli due ricoverati per Covid". Invece, sottolinea, "nell'ultima settimana abbiamo finalmente visto i primi di due casi di influenza da H3N2 ricoverati. Il ritorno alla normalità si vede anche dal ritorno dell'influenza stagionale. E' arrivata tardivamente, ma è arrivata anche qui".

Quarta dose: meglio aspettare 

E sulla quarta dose per tutti, Bassetti è categorico: "Sicuramente credo che sia prematuro parlare di una quarta dose" di vaccino anti-Covid "per tutta la popolazione, per le persone sane che non hanno problemi". Il Regno Unito si prepara a un nuovo booster agli ultra 75enni, agli immunodepressi e agli ospiti delle case di riposo nelle prossime settimane. "Il fatto di allargare la quarta dose agli immunodepressi e agli ospiti delle Rsa è una cosa che già in Italia abbiamo già iniziato a fare - ricorda - Si tratterà di valutare se farla in qualche modo agli anziani, ma penso che ad oggi non ci siano dati così forti per giustificarlo", precisa l'esperto.

"l problema non è tanto la quarta dose, quanto il momento in cui farla: se qualcuno ha ricevuto la terza dose a ottobre, è molto probabile che prima del prossimo autunno-inverno dovrà fare una dose di richiamo. Il discorso è se farla oggi, ad aprile-maggio-giugno, o se attendere e farla più avanti, magari cercando di avere una risposta anticorpale migliore per affrontare il prossimo autunno-inverno. Sappiamo infatti che questo virus ha un andamento stagionale, quindi non vorrei che si faccia l'errore di anticipare troppo la quarta dose - avverte l'infettivologo - e che poi ci si trovi il prossimo autunno-inverno a doverne fare una quinta. Fondamentalmente, secondo me un'eventuale nuova dose di richiamo esteso dovrà avvenire prima del prossimo autunno". 

Quarta dose? Prima spingiamo sulla terza

"Ricordo che abbiamo oggi un 60% di italiani che ha fatto la terza dose" di vaccino anti-Covid, "contro un 90% che ha fatto la seconda. Quindi abbiamo ancora tantissimo da fare sulle terze dosi, perché abbiamo ancora moltissime persone di età a rischio che non hanno fatto il primo booster. Prima di pensare alla quarta dose, cerchiamo di spingere forte perché tutti facciano la terza".