AstraZeneca, da Napoli due casi sospetti: una donna morta, un'altra in coma

Mnetre si indaga sul decesso di una professoressa, arriva l'appello dle figlio di una 54enne ricoverata gravissima

I carabinieri del Nas in un centro vaccini a Napoli

I carabinieri del Nas in un centro vaccini a Napoli

Napoli, 15 marzo 2021 - Vaccino AstraZeneca, si moltiplicano i casi sospetti. E nel giorno in cui Aifa ne sospende la somministrazione in tutta Italia, da Napoli, dove è anche morta una  docente che due settimane fa aveva ricevuto una dose del vaccino, arriva l'appello dei familiari di un'altra donna, ora in coma farmacologico. "Mia mamma non è morta ma abbiamo bisogno di un aiuto di tutti affinché possano vederla tutti i dottori", scrivono sui social il figlio e i parenti di Sonia Battaglia, 54enne di San Sebastiano al Vesuvio, che il primo marzo si è vaccinata con una fiala di AstraZeneca (Lotto ABV5811, quello di cui da Biella è stato disposto il sequestro dopo la morte di un insegnante) ed ora è ricoverata in gravi condizioni all'ospedale Del Mare di Napoli.  

"Il giorno seguente al vaccino stava bene tanto che è andata a lavorare. - continuano i familiari nel post - Due giorni dopo ha avuto la febbre (nella norma rassicurati dalla dottoressa). Terzo giorno, mia mamma ha iniziato a vomitare senza sosta, abbiamo chiamato l'ambulanza i quali le hanno messo la flebo per recuperare tutti i liquidi che stava perdendo. Mia mamma dormiva in continuazione, non riusciva a parlare, si addormentava mentre parlava". "Il giorno 12 sera - continua il post - abbiamo richiamato l'ambulanza la quale dopo aver controllato i parametri vitali si è rifiutata di portarla in ospedale e tenerla sotto controllo. La mattina seguente ovvero il 13 marzo ho chiesto a mia madre di muoversi e di alzare la gamba sinistra, lei era convinta di riuscire ad alzarla ma invece era totalmente immobile. L'ho presa in braccio e portata in pronto soccorso  dove è stata ricoverata d'urgenza per emorragia celebrale" e nel mentre  "ha avuto anche un infarto".

Intanto è stata chiesta alla Procura di Napoli dall'avvocato Marcello Severino, legale dei familiari di Anna Maria Mantile, la professoressa deceduta a distanza di alcuni giorni dalla somministrazione di una dose del vaccino anglo-svedese, l'acquisizione della documentazione sui dati inerenti le controindicazioni emerse nel corso della fase sperimentale del vaccino. L'obiettivo è avere a disposizione i dati relativi a eventuali episodi simili a quelli che hanno condotto alla morte la docente, deceduta a causa di un infarto intestinale. Non è ancora noto il lotto dal quale è stata prelevata la dose, a causa della mancanza di alcuni dati presenti sul cellulare,  che è  sotto sequestro. Mercoledì è in programma la copia forense del dispositivo della docente: un'operazione finalizzata ad acquisire i contatti con i medici ed eventuali messaggi relativi ai sintomi.