Sparatoria Ferrara, l'aggressore e il piano per la fuga: ecco come è stato trovato

Michele Cazzanti avrebbe lasciato a casa il telefono cellulare per non essere rintracciato ma le telecamere dell'A1 hanno intercettato la sua Fiat Punto

Sparatoria a Ferrara

Sparatoria a Ferrara

Cremona, 4 marzo 2022 - Avrebbe lasciato a casa il telefono cellulare, secondo gli inquirenti per evitare di essere rintracciato. Ma il presunto piano non ha funzionato e la sua fuga è terminata ieri pomeriggio a Cremona. Michele Cazzanti, 56 anni, il dipendente comunale di Ferrara che ieri mattina ha sparato sei colpi a un collegaRoberto Gregnagnini di 60 anni, è stato individuato mentre fuggiva a bordo della sua Fiat Punto. La polizia è riuscita a rintracciarlo grazie al numero di targa individuato in autostrada A1 dalle telecamere di sicurezza. Oltre duecento chilometri, in autostrada prima e poi lungo le strade della bassa piacentina. Quando Cazzanti pensava di essere al sicuro a Cremona, si è trovato davanti polizia e carabinieri che avevano intercettato i suoi movimenti e lo hanno preceduto nell'unico accesso alla città dal piacentino, il vecchio ponte in ferro. Lì le forze dell'ordine lo hanno atteso e lui, senza opporre resistenza, ha alzato le mani e si è fatto arrestare. Ora si trova nel carcere cremonese di Ca' del Ferro a disposizione della magistratura.

La vittima della sua furia, il collega Gregnagnini è ancora in gravi condizioni. L'uomo ha già subito due interventi chirurgici, ma non è considerato fuori pericolo di vita. Due dei sei proiettili esplosi a bruciapelo lo hanno infatti colpito. Il 60enne si è salvato solo perché è riuscito a trascinarsi via chiedendo aiuto e attirando l'attenzione dei passanti nella centralissima piazza Schiatti a Ferrara.

Tra Cazzanti e Gregnagnini ci sarebbero state vecchie ruggini, ieri i due si sarebbero affrontati duramente, prima a parole, poi il 56enne avrebbe estratto l'arma e scaricato addosso al collega l'intero caricatore. Resta il giallo del movente: rancori personali e dissapori, forse anche di tipo passionale, si trascinavano da tempo tra i due ma potrebbero non bastare a spiegare un gesto di violenza tanto eclatante e in pieno centro cittadino.