Como, 7 luglio 2013 - Etica. Coerenza. Ecosostenibilità. Queste le parole chiave dell’ingredient brand Isko, leader mondiale nella produzione del denim e parte della turca Sanko Holding, gruppo che annovera circa 14 mila dipendenti e terzo per fatturato all’interno del panorama del Paese. Per andare al cuore dell'azienda e scoprire come lavora, durante una tavola rotonda dal titolo 'Inspirations Overseas', promossa da Isko, in collaborazione con l'exclusive partner, Denim by Première Vision  nel Castello San Salvatore a Treviso, abbiamo incontrato il comasco Marco Lucietti, che dal 2009 è direttore marketing della divisione Isko,  parte di Sanko Holding, con funzioni globali e altamente strutturate che combinano marketing, vendite e strategia di comunicazione.

 

Come nasce e si sviluppa Isko?
Isko è nata nel 1989 e fa parte di Sanko Group,  una tra le più importanti multinazionali turche. Nata all' inizio del secolo scorso e da sempre nelle mani della stessa famiglia, i Konukoglu, nella holding si raccolgono molte industrie che spaziano dalla chimica, all' energia, alle costruzioni.


Isko di cosa si occupa?
E' il ramo dedicato al denim del settore Sanko Tekstil, specializzato nei filati di cotone. Isko è un modo differente di approcciare alla produzione del tessuto attraverso procedimenti industriali totalmente ecosostenibili che non utilizzino né petrolio né gas produzione del denim ma che creino energia rinnovabile.  E' dal background tessile che la Sanko ha potuto sviluppare tutto il suo patrimonio di conoscenze sul denim.


Impegno ambientale e produzione ecosostenibile sono dunque il vostro valore aggiunto. Qualche esempio?
Il 10% dei nostri tessuti nasce da materiale riciclato. Il denim, che solitamente richiede un considerevole impiego d'acqua, grazie ad una speciale tecnologia, permetterà a breve di dimezzarne i consumi. Utilizziamo un impianto di filtraggio e trattamento dell’acqua che pulisce l’acqua usata nel processo produttivo indirizzandola ad altre destinazioni industriali e civili. E le emissioni di Co2 prodotte dal processo di finitura dei tessuti sono state ridotte del 60% grazie a un impianto di abbattimento dei fumi.


Ecco perchè Isko è un brand di alta qualità.
Il cliente che fa co-branding ha molto da raccontare riguardo il tessuto che ha deciso di utilizzare: ecologia ed ecosostenibilità. L’importante è mantenere sempre un’assoluta trasparenza nei confronti del consumatore finale perché integrità ed etica sono fatte di trasparenza. Le partnership con un ingredient brand di qualità come Isko  è una scelta coerente. Gli investimenti in ricerca e sviluppodell'azienda turca permettono  di realizzare capi moda ricercati nel pieno rispetto dell’ambiente.


Ormai siete molto impegnati in una complessa operazione di branding con i nomi top del mercato del jeanswear di tutto il mondo.
Il nostro scopo è costruire partnership pensate secondo le esigenze di confezionisti, designer, brand e specialisti nei lavaggi. Vogliamo trasformare Isko nel miglior ‘Quality Ingredient Brand’ del settore denim. Noi desideriamo essere partner e non solo fornitori.

 

Quali sono le collaborazioni più importanti?
In totale ne avremo una quarantina: Diesel, Dondup, Hugo Boss,  Jeckerson, Fornarina, Geox, Hudson,  Aeronautica Militare, da cui sono nati progetti e prodotti speciali. Partnership nelle quali abbiamo voluto mettere la faccia perché abbiamo capito l'importanza di essere riconosciuti come un ingredient brand. Una strategia che i nostri clienti hanno capito e recepito e che ci sta portando sempre più in alto a livello di posizionamento.


Il vostro valore eco è molto apprezzato.
Esattamente, sia dal cliente Isko che dal consumatore finale, tanto da essere certificata tramite etichetta. Sicuramente una grande conquista per il più grande produttore mondiale di denim e di tecnologie tessili. E' importante la scelta perchè difficilmente il brand permette a un ingrediente, se non ne riconosce i valori, di poter essere presente nella sua comunicazione.


Tutte caratteristiche che con il passare degli anni vi hanno fatto crescere.
Assolutamente e grazie alla passione del fondatore,  il padre dell' attuale ceo, Fathi Konukoglu, che, nel solo 2011, ha investito 40 milioni di dollari per lo sviluppo di tecnologie produttive all' avanguardia. Il jeans non è più solo un prodotto, ma è divenuto soprattutto lifestyle. 


Cosa significa lifestyle?
Sono proprio i diversi comportamenti e stili, sia di vita che di tempo libero, ad influenzare le nostre produzioni in un continuo intreccio tra domanda ed offerta. Seguiamo l'evoluzione del consumatore, che cambia continuamente. Il jeans è nato come un capo da lavoro ed ora fa parte anche dell'haute couture.


Quali investimenti per un nuovo tessuto denim?
Il nostro fiore all' occhiello è l' impegno costante in innovazione e ricerca tecnologica per la differenziazione del nostro portafoglio prodotti e la messa a punto di un'offerta esclusiva. Quando seguiamo un progetto speciale, arriviamo ad investire anche grandi cifre.


Come affrontate la concorrenza dei produttori low cost?
In un mercato globalizzato e competitivo è sempre più necessario investire in prodotto, tecnologia, capitale umano e qualità. Grazie a queste caratteristiche ad esempio esportiamo anche in Cina per il mercato interno che già chiede jeans di fascia medio alta.


Qual'è la vostra forza?
La nostra forza è stata quella di avere una visione internazionale del mondo della moda che ci ha dato la capacità di adeguarci alle tendenze e alle necessità dei vari mercati, abbiamo investito nel settore ricerca e sviluppo per arrivare a denim sempre più evoluti e innovativi. E questo ci ha consentito di essere partner di brand famosi ed essere fonte di ispirazione per i designer.

 

L'Italia rappresenta un buon hub nella filiera Isko?
L'Italia è fondamentale, è un importante hub dal punto di vista dello sviluppo prodotto, del marketing e dell'ingegnerizzazione dei capi e dei lavaggi. E poi, Italia e Turchia si somigliano. Oltre ad esserce geograficamente vicine, lo sono anche culturalmente e hanno lo stesso modo di riferirsi al mercato. Insomma, italiani e turchi si capiscono e lavorano molto bene insieme. Le colelzioni Isko hanno il cervelli in Turchia e l'anima in Italia.


Ci sono centri operativi in Italia?
Sono operativi due punti di riferimento chiave per la produzione di denim. Si tratta della Iskoteca di San Benedetto del Tronto - divisione per la ricerca sui trattamenti e sui tessuti, dove sono catalogati oltre 25mila concept dell'azienda - e della Creative Room di Castelfranco Veneto, centro per il design e la ricerca, che affianca i marchi fashion, jeanswear, sportswear, streetwear.


Cosa trova un cliente nella Iskoteca?
Denim trattato al laser, all’ozono, con resine e lavaggi specifici; indigo look o schiarito al massimo, classicamente blu o in tutte le tinte; jeans dal mood pulitissimo e formale o invecchiati ad arte, classici e chic o fantasiosi oltre ogni limite con applicazioni, stampe floreali, animalier o addirittura ispirazione comics. Si trova di tutto, nella Iskoteca. Con oltre duecento milioni di metri di tessuto ogni anno, si realizza di tutto nelle lavanderie che lavorano con Isko, la Itaclab e la Wash Italia. Tutto, o quasi: perché spesso gli stilisti e i loro team creativi arrivano con richieste troppo complesse.


Uno degli ultimi prodotti nati?
Jeggins (il termine, ormai di uso comune per definire un jeans iperstretch e aderente come un leggins, appunto, nasce come marchio Isko) , ovvero un tessuto denim iperleggero secondo i più recenti dettami della moda.


Com'è nato?
Grazie al continuo monitoraggio del mercato siamo stati in grado di captare una nuova esigenza femminile: avere jeans comodi da indossare, ma al contempo fascianti, capaci di sottolineare e dare risalto alle forme. È il primo vero denim ultralight che veste come una seconda pelle e scolpisce le forme. Regala un effetto “slim” e scolpisce il corpo in modo così elegante che risulta perfetto non solo per gli impieghi in ambito denim ma anche, più in generale, per l’abbigliamento esterno più all’avanguardia.


Un prodotto di grande successo, ma non sentite gli effetti della crisi?
Non vorrei sembrare presuntuoso, ma potrei dire che non sappiamo cosa sia. Cresciamo ininterrottamente. Ci sono sicuramente delle ragioni legate al sistema Paese: la Turchia va forte come un missile e ha scommesso molto su Isko.


Il futuro in termini di posizionamento sul mercato?
Desideriamo continuare a servire la fascia alta del mercato stando attenti a quelle che sono le nuove geografie. Più che la Cina, noi guardiamo al Brasile, la Russia, l'Indonesia, dove il business è consistente. Per meglio intercettare tutti i potenziali consumatori, siamo presenti con i nostri uffici e con i nostri collaboratori in 35 paesi nel mondo.

di Marion Guglielmetti