Il futuro dei giovani in ballo

Mettiamoci pure la pandemia, ma non si può fingere che prima del virus fosse una passeggiata

Milano, 5 febbraio 2021 - 

LETTERA 

Che piova sul bagnato si sa, ma dai freddi dati sull’occupazione che vedono donne e giovani i più colpiti dalla pandemia si dovrebbe intuire quali sono i capisaldi dai quali ripartire se si vuole davvero rivedere e rendere sostenibile vita e società e non solo distribuire soldi ai soliti. Giovanni P., Milano

RISPOSTA

Mettiamoci pure la pandemia, ma non si può fingere che prima del virus fosse una passeggiata. Semmai il virus non ha fatto altro che accelerare e portare in superficie problemi che da anni lavoravano ad erodere le basi socioeconomiche. Il tema dei giovani e della loro occupazione non nasce dagli ultimi dati che ci raccontano di altri posti persi e peraltro non tengono conto del fatto che molti degli occupati hanno contratti “anomali” che manco si sa se potranno garantire loro una vecchiaia al minimo. Siamo il Paese che ha il più alto tasso di ragazzi che non studiano e non lavorano, ma da tempo. E ora che, questioni di governo permettendo, c’è la possibilità di rimediare a un disastro generazionale, non è che si sono dimostrate idee chiare per loro neppure nel piano presentato a gennaio. Risulta difficile, complesso calcolare quanto verrà messo a disposizione per consentire alle giovani leve di diventare il motore del Paese, in compenso è ben chiaro che i debiti graveranno sul loro futuro. C’è ancora qualcosa da correggere, nonostante il rischio di arrivare tardi.