Serve l'impegno di tutti

La soluzione spetta soprattutto a ciascuno di noi

Milano, 12 marzo 2020

LETTERA

Sono un fumatore, quindi già colpevole. Ieri sono entrato nel solito bar tabacchi per fare scorta. Coda zero. Scena: l’angolo dei viziosi “spolpato”, sparuti pacchetti superstiti, all’angolo bar invece accrocchio di cinque “tecnici” del virus. Ci ammaleremo tutti, dicevano. Per forza, stando così vicini... Alfredo C., Milano

RISPOSTA

«Ogni persona con cui parlavi aveva la sensazione di esser stata mobilitata come in una guerra dichiarata ai contagi e di far parte di un sistema organizzato», sono le parole dell’epidemiologo canadese Aylward responsabile della missione dell’organizzazione mondiale della sanità in Cina durante l’ondata di contagi da coronavirus. Siamo ancora lontani, in Italia, da questo atteggiamento. E questa volta non si può tirare in ballo la solita politica o l’inefficienza causata dalla burocrazia. Né a livello regionale né a livello centrale. Piuttosto accettare che per una volta non si può demandare ad altri la soluzione del problema, perché la soluzione spetta soprattutto a ciascuno di noi che, in seconda battuta, avremo tutto il diritto di essere curati. È una questione di comportamenti e abitudini da cambiare, ma se accade che a fronte di impianti sciistici chiusi in Valle d’Aosta, gli italiani vadano a sciare in Francia superando il Monte Bianco, vuol dire che qualcosa non funzione nella nostra percezione di reale pericolo, al di là dell’isteria di circostanza a parole e delle mascherine per tutti.