Bergamo, 4 settembre 2013 - Sono ancora stazionarie le condizioni di Jihan, la bambina di otto anni, di origine marocchina, rimasta gravemente ferita nello schianto avvenuto domenica mattina in A4, all’altezza del curvone dell’uscita di Bergamo, in direzione di Venezia. Ricoverata nel reparto di Terapia intensiva del Papa Giovanni XXIII, ieri mattina la piccola, che è sempre sotto sedativi, è stata sottoposta a una Tac all’encefalo per ulteriori accertamenti, dopo che lunedì era stata sottoposta ad un altro delicato intervento chirurgico per ridurre il trauma cranico e un trauma facciale che l’avevano lasciata incosciente.

A rianimarla sono stati i volontari della Croce Rossa di Lomazzo (Como) che le hanno praticato il massaggio cardiaco. I suoi angeli, loro e il camionista straniero che ha messo il suo tir di traverso sulla carreggiata evitando il peggio. Sulla dinamica dell’incidente nel frattempo proseguono le indagini da parte degli agenti della Polstrada di Seriate. La famiglia marocchina, composta da papà di 45anni, mamma di 41 anni e la piccola Jihan, stava rientrando a casa, a Pieve di Soligo (Treviso), dove Abdelhamid Haddach, il padre, lavora da 15 anni come operaio in un mobilificio. I tre, che ritornavano da una breve vacanza vicino a Marrakech, viaggiavano su una Ford Galaxy monovolume.

La bambina era seduta dietro e stava dormendo al momento del terribile impatto. Alla guida c’era il papà che in stato di choc, dopo il violento impatto contro il new jersey centrale dell’autostrada, ha raccontato confusamente ai poliziotti di essere partito alle 6 da Genova. Una versione che non ha convinto, considerato che l’incidente è accaduto alle 7.15, vale a dire circa un’ora dopo la partenza da Genova. Impossibile percorrere in così breve tempo una distanza tanto lunga. Un dettaglio sul quale appunto proseguono le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Resta, invece, ancora senza un nome e senza un volto il camionista eroe che, accorgendosi del fatto, si è messo di traverso, proteggendo la piccola Jihan e la sua famiglia dall’arrivo delle altre auto. Sono in tanti quelli che vorrebbero dargli un nome oppure stringergli la mano e ringraziarlo, come ha dichiarato il papà della piccola che resta ancora ricoverata in gravissime condizioni.