Cardano al Campo, 24 luglio 2013 - Quando il difensore gli comunica che Laura Prati è morta, si porta le mani alla testa prima di parlare. Giuseppe Pegoraro rimane in silenzio per una trentina di secondi. «Mi dispiace. Ho pregato tanto per lei in questi giorni. Adesso pregherò tanto per la sua anima e per i suoi figli». Infermeria del carcere di Busto Arsizio. L’ex vicecomandante della polizia municipale di Cardano al Campo è in isolamento, guardato a vista. Tranquillo. Lucido. Indefinibile. Si mostra assolutamente consapevole di quello che significa per lui la morte della sindaca di Cardano.

«Mi rendo conto — dice all’avvocato Gianluca Fontana — che la mia posizione è cambiata». È già cambiata. Il sostituto procuratore di Busto Nadia Calcaterra ha modificato l’ipotesi di reato da tentato omicidio a omicidio. Il protagonista della folle mattinata del 2 luglio riceve anche la notizia che è stato fissato per il 30 ottobre il processo d’appello da cui era uscito con una condanna a 2 anni per peculato e la sospensione dal servizio: motivo del suo odio e della sua «vendetta».

Il lungo addio a Laura Prati. Dal sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia, viene la proposta che tutti i sindaci italiani partecipino indossando la fascia tricolore «alle esequie del primo cittadino di Cardano al Campo, Laura Prati, deceduta in seguito alla gravissima e drammatica aggressione subita all’interno del Municipio, durante lo svolgimento delle proprie mansioni istituzionali». Mascia chiede al presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani, Piero Fassino, di discutere la sua proposta nel direttivo nazionale dell’Anci previsto per oggi «proprio per dare una veste formale alla nostra presenza».

Nel direttivo Fassino proporrà che nel giorno dei funerali tutti i Comuni espongano le bandiere a lutto e i gonfaloni. La camera ardente sarà allestita a Cardano nella Casa Paolo VI, il centro culturale che il sindaco aveva inaugurato nella sua ultima uscita pubblica, pochi giorni prima del ferimento. I funerali potrebbero svolgersi venerdì o sabato.

L’autopsia verrà eseguita questa mattina all’ospedale di Circolo di Varese dal medico legale Maria Luisa Pennuto. La sindaca era stata raggiunta all’addome e a una gamba da due colpi di 7.65 esplosi da Pegoraro. Il 9 luglio, una settimana dopo, era stata trasferita dalla rianimazione di Gallarate a Varese per il trattamento radiologico di una fistola arteriovenosa a livello di un’arteria dell’addome inferiore. Al termine si era manifestato un primo peggioramento del quadro neurologico, che sarebbe stato provocato da un aneurisma congenito. Una tac e una successiva angiografia avevano svelato una emorragia intracranica, bloccata con un intervento neurochirurgico durato sei ore.

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