Motta Visconti (Milano), 19 giugno 2014 - Voleva essere sicuro di non lasciare scampo nemmeno ai suoi figli, per questo li ha colpiti almeno due-tre volte con il coltello da cucina che aveva prelevato dal ceppo in taverna. Sono questi gli ultimi, agghiaccianti dettagli che emergono dall’autopsia eseguita ieri mattina sui corpi delle vittime della furia omicida di Carlo Lissi, l’informatico trentunenne che sabato sera ha ucciso la moglie e i due figli Giulia di 5 anni, e Gabriele di 20 mesi, nella loro casa di Motta Visconti.

Ieri mattina alle 9, nell’istituto di medicina legale dell’università di Pavia, il medico Marco Ballardini, il tossicologo Angelo Groppi e il genetista Carlo Previderè, lo stesso dell’omicidio di Garlasco, hanno cominciato il loro lavoro per cercare di ricostruire esattamente cosa sia successo quattro giorni fa nella villetta di via Ungaretti. I tre esperti hanno chiesto 60 giorni di tempo per consegnare la loro dettagliata relazione, ma le prime indiscrezioni sembrano confermare il fatto che Cristina Omes, la moglie trentottenne di Lissi, dopo essere stata colpita una prima volta con il coltello abbia cercato di difendersi in tutti i modi dalla furia del marito.

Il reo confesso è stato raggiunto in carcere a Pavia dal suo avvocato e dal giudice per le indagini preliminari Anna Maria Oddone, che aveva il compito d’interrogarlo per ascoltare la sua versione dei fatti prima di convalidare il suo fermo. Non ha detto una parola, si è avvalso della facoltà di non rispondere, prima di essere nuovamente accompagnato nella cella dove al momento è detenuto in isolamento, controllato a vista delle guardie carcerarie per evitare che possa commettere dei gesti estremi.

«Non ho avuto ancora modo di parlare bene con il mio cliente — ha spiegato il suo difensore, l’avvocato Corrado Limentani del foro di Milano —. Preferisco aspettare ancora qualche giorno perché al momento non credo sia in grado di ricostruire in modo lucido e comprendere davvero ciò che ha fatto. Ora è sotto choc e naturalmente è disperato. Credo sia evidente, però, che dietro a una situazione del genere non possa non esserci sottostante un problema di natura psichiatrica. Si tratta di un aspetto che in futuro dovremo chiarire attraverso una consulenza o un perito eventualmente nominato dal giudice».

Il gip entro stamane convaliderà il fermo, mentre il pubblico ministero Giovanni Benelli nella sua richiesta ha contestato all’informatico anche la premeditazione. Secondo il magistrato, infatti, Lissi aveva deciso di sterminare la sua famiglia da almeno una settimana e avrebbe poi sfruttato l’occasione offerta dalla partita notturna della nazionale di calcio per portare a termine il suo piano.  Oggi è atteso anche un approfondito sopralluogo del Ris dei carabinieri nella villa del delitto, che era previsto per domenica scorsa e che era stato sospeso. Ieri mattina, invece, Lissi Il sindaco di Motta, Primo De Giuli, ha annunciato che i funerali di madre e figli si svolgeranno sabato mattina alle 10 nella parrocchia di San Giovanni Battista, dove dalle 8.30 sarà allestita la camera ardente. Quel giorno in paese sarà proclamato il lutto cittadino.