Milano, 15 giugno 2014 - Una tragica scoperta nella notte: Cristina Omes, mamma di 38 anni, i suoi due bambini Giulia di 5 anni e  Gabriele di 20 mesi sono stati trovati uccisi la scorsa notte in un'abitazione di Motta Visconti, nel Milanese. A fare la tragica scoperta è stato il marito, Carlo Lissi, 31 anni, professionista milanese, al ritorno da una serata a casa di amici a vedere la partita dell'Italia contro l'Inghilterra. Il corpo della donna era in sofggiorno, quello della figlia in camera e quello del figlio in camera dei genitori. Tutti presentano ferite d'arma bianca al collo, compatibili con uno sgozzamento, ma l'arma non è ancora stata trovata. Lo hanno riferito i carabinieri del Comando provinciale di Milano che procedono alle indagini.

 

LE INDAGINI - Ricostruendo la vicenda, l'allarme ai carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso sarebbe giunto dal 118 intorno alle 2.10, quando l'uomo, laureato in Economia e commercio e impiegato in uno studio commerciale, è rientrato in casa. Gli amici hanno assicurato che il 31enne non si sia mai mosso da casa loro durante il match e non era sporco di sangue. Durante la notte, è stato interrogato prima dai carabinieri e poi dal magistrato di turno che coordina le indagini ma nei suoi confronti non sono stati presi provvedimenti e in mattinata l'uomo ha lasciato la caserma.

Dopo un altro sopralluogo nella villetta, una cassaforte che si trovava nella villa e' stata trovata aperta e svuotata dei contanti in essa contenuti definiti ''cifra di poco conto''. Ma ne' sul forziere ne' sulla porta di ingresso sono state rilevate effrazioni macroscopiche. Il particolare della cassaforte aperta, non e' detto che da solo configuri una rapina, perche' non si puo' escludere al momento che si sia trattato di una messa in scena. La dinamica del delitto e' ancora in fase di accertamenti.

Ancora tutte aperte le ipotesi sulla strage. I carabinieri della compagnia di Abbiategrasso e del Nucleo investigativo di Milano hanno ascoltato il capo famiglia i vicini e i parenti ma al momento non si sbilanciano su alcuna ipotesi. La sensazione che si avverte dopo i primi rilievi scientifici tuttavia è che la pista di una rapina finita nel sangue sia sempre meno percorribile, al vaglio degli inquirenti allora anche la teoria di una tragedia familiare. L'efferatezza dell'esecuzione infatti, oltre al fatto che è stato ucciso anche il bambino più piccolo, incapace di testimoniare alcunchè, lasciano pensare che l'obiettivo di chi ha agito fosse proprio il nucleo familiare. Un vicino di casa ha raccontato di aver sentito delle urla poco prima dell'una, ma l'attendibilità è da chiarire, perché era in svolgimento la partita dell'Italia e il tifo era molto acceso.

Si attende per stasera o domattina anche l'arrivo del Ris di Parma, che effettuerà ulteriori analisi sul luogo del delitto.  Il procuratore capo di Pavia, Gustavo Cioppa, non ha escluso nelle prossime ore possibili svolte nelle indagini. Cioppa ha detto che ''le indagini procedono a ritmi serrati'' facendo intendere che nelle prossime ore potrebbero emergere delle piste concrete, ma che  ''al momento non ci sono ancora indagati''.

 

LA FAMIGLIA - La coppia era sposata da circa 6 anni e viveva in una villa della zona residenziale di Motta Visconti, all'angolo tra via Di Vittorio e via Ungaretti, dove in questo momento i carabinieri hanno chiuso la strada e tengono a distanza le televisioni e i fotografi in attesa dell'arrivo del magistrato. La casa, su un solo piano e con un grande giardino davanti, è di proprietà della famiglia di lei e vi abitava fino a qualche tempo fa anche la madre della donna, che però, alla morte del padre, si era ritirata in un appartamento lasciando la casa più grande a disposizione della figlia e del genero. Cristina, in particolare, era molto conosciuta perché originaria del paese: ''Lavorava come impiegata alle assicurazioni Sai a Motta. Ha sempre aiutato l'oratorio - dice un residente - e prima del secondo figlio faceva la volontaria in Croce Rossa''. Il marito, invece, un economista, lavora a Milano.

 

IL SINDACO  - ''Da troppo tempo assistiamo a una escalation di reati a Motta Visconti, soprattutto furti in abitazioni''. Così il sindaco Primo De Giuli, che lancia l'allarme sulla questione sicurezza. ''Specialmente nelle villette è un continuo di furti, tanto che uno dei motivi per cui sono stato eletto è proprio per la mia promessa di creare una rete di videosorveglianza all'interno del paese. La gente non ne può più e pur avendo una stazione dei carabinieri ci sono solo sei militari che devono controllare quattro paesi e quindi si trovano in evidente sotto organico''.

"Solo due mesi fa c'era stato un furto proprio nella villa della vicina - racconta una donna che risiede in via Ungaretti -. So che la padrona di casa rientrando si era trovata i ladri in casa ma per fortuna sono scappati senza aggredirla. Avevano perfino divelto le inferriate alle finestre''.