San Giuliano, Genia al rush finale con i creditori

Depositata in Tribunale la proposta di concordato: 6 milioni per salvare gli immobili comunali

Le case popolari rischiano di essere messe all'asta

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San Giuliano (Milano), 10 agosto 2017 -  GENIA è arrivata alle strette finali. Martedì mattina, il Comune ha depositato in tribunale la proposta di concordato fallimentare per l’ex società multiservizi: un tentativo in extremis per salvare la proprietà di scuole, case comunali, cinema e impianti sportivi. Si tratta di un passaggio cruciale per il futuro della città, visto che – nel crack fallimentare della società– San Giuliano rischia di perdere dei beni pubblici importanti, un tempo trasferiti dal Comune a Genia. «A sette anni dall’inizio della crisi di Genia, culminata con il fallimento nel marzo 2015, l’Amministrazione Comunale ha formulato ai creditori la prima proposta seria e concreta», annuncia il sindaco, Marco Segala. "Questa proposta – continua il primo cittadino – mira ad ottenere, da un lato, la piena proprietà dell’intero patrimonio pubblico, dall’altro, un accordo con i singoli creditori di tutti i fallimenti. A fronte dei 6 milioni che il Comune metterà a disposizione, i creditori si dovranno impegnare a non pretendere altro".

Il Comune ha lavorato per mesi per arrivare a questo risultato. A fine dicembre, il consiglio comunale aveva approvato il ricorso alla procedura di concordato fallimentare, con lo stanziamento di 6 milioni di euro per rientrare in possesso del patrimonio immobiliare pubblico. Un ulteriore passaggio è stato poi compiuto dalla giunta, che il 25 luglio ha approvato la proposta di concordato predisposta dal legale dell’Ente, autorizzando il sindaco alla "presentazione del ricorso presso il Tribunale di Lodi, riservandosi di depositare le proposte di concordato anche per i fallimenti di Genia Ambiente S.r.l., Genia Progetti Lavori S.r.l. e SGM S.r.l., ad esito di favorevole accoglimento della proposta di concordato in Genia Spa". In questo tipo di accordo si inserirebbe anche Eni, in qualità di fornitore di gas. "Stiamo dimostrando all’intero ceto creditorio – dice Segala – la forte determinazione a voler mettere la parola fine ad una situazione che, per moltissimi anni, non è mai stata gestita".

Nel 2015, la patata bollente del naufragio di Genia era passata nelle mani dell’allora sindaco Alessandro Lorenzano, che ha dato avvio all’iter. "Il concordato è esattamente lo stesso al quale stavamo lavorando noi – ribatte Lorenzano –, infatti avevamo già accantonato i primi 4 milioni e mezzo. Non è vero che non ho mai fatto nulla. C’erano due trattative aperte. La prima per salvare il terreno del centro natatorio: una proposta accetatta dai creditori e bloccata da un esposto, poi archiviato. La seconda per evitare il fallimento, che è invece stato dichiarato dalla Procura". La città dovrà stringere la cintura. "Questa decisione comporterà ulteriori sacrifici – aggiunge Segala –. Se il concordato non verrà accettato, si aprirà una lunga via giudiziaria, in cui l’Ente dovrà tutelare gli interessi di tutti i sangiulianesi".